Stenico, corso all'Enaip per quattro profughi

Inizieranno la scuola lunedì, all'Enaip di Tione: i quattro giovani richiedenti asilo arrivati nel gennaio 2016 a Villa Banale impareranno le basi del lavoro in una cucina professionale. L'iniziativa è il modo in cui l'amministrazione di Stenico ha scelto di impiegare i duemila euro, cinquecento a persona, che il Ministero degli Interni mette a disposizione di quei Comuni che accolgono sul proprio territorio richiedenti protezione internazionale, per la loro formazione e integrazione. 

«L'approccio adottato da quando questi giovani sono arrivati è stato quello di volerli impegnati e attivi sul territorio spiega la sindaca di Stenico Monica Mattevi - da una cosa semplice come avere delle serate nelle quali conversare in inglese, che loro conoscono bene, e per la popolazione locale è stato un modo di migliorare le proprie competenze in maniera sociale e positiva. Oggi, che il progetto per loro si avvia alla fine, vogliamo che siano formati, riescano a trovare lavoro e diventino parte del nostro sistema economico e di conseguenza sociale. Sta a loro essere responsabili e cogliere questa opportunità».

Il corso è organizzato all'Enaip di Tione, 12 ore in tre incontri: «Èun corso propedeutico all'attività di cucina - spiega il direttore dell'Enaip di Tione Emilio Salvaterra -. Parleremo di norme di igiene e sicurezza, come vanno usate le attrezzature, la conservazione degli alimenti, faremo un'introduzione alle materie prime e proveranno anche a cucinare qualche piatto semplice se ci sarà il tempo. È un esperimento, siamo a fine anno e ci limitiamo a queste dodici ore, in futuro diamo volentieri la disponibilità».

Lunedì Collins, Hector, Hacube e Hakere sono invitati in giunta a Stenico, dove verrà loro presentata ufficialmente l'iniziativa. Loro, assicurano i volontari che li aiutano nel vivere quotidiano, sono felicissimi di iniziare. È un esempio di accoglienza che funziona quello di Villa Banale. Due anni fa il parroco era don Gianfranco e ai consigli pastorali propose di usare una delle tre strutture della parrocchia per dare il proprio contributo all'accoglienza: attorno a lui, un pugno di volontari diedero la propria disponibilità e arrivarono quattro giovani nigeriani.  La diffidenza iniziale è stata soppiantata, oggi, a distanza di due anni e mezzo, da una tranquillità che se ancora non vede i giovani così inseriti da avere molti amici o partecipare in maniera massiccia alla vita della comunità, li vede però accettati e rispettati.

È la testimonianza che portano i volontari che li seguono, che all'inizio furono criticati da una parte dei loro concittadini. Da allora uno dei giovani, Frank, è uscito dal progetto e vive in autonomia con un lavoro nel tennese. Collins, dopo un tirocinio di tre mesi gratuito al Parco Adamello Brenta, è alla sua terza stagione in cucina ad Andalo e anche Hector ha fatto due stagioni estive in una struttura a Molveno. Hacube lavora in un agriturismo in Val di Gresta e in paese chi ha bisogno di una mano per l'orto, per una staccionata o qualche piccolo lavoretto, si rivolge a lui. Lo scorso anno ha messo da parte abbastanza soldi per mandare una carrozzina al padre malato in Africa. Hakere, l'ultimo arrivato, ha fatto qualche raccolta frutta e confida nelle lezioni che stanno per iniziare per aprirsi qualche opportunità in più.

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