Primo raduno mondiale degli arrotini

di Giuliano Beltrami

Sulle orme di Maria Sole Tognazzi, Paola Cortellesi e Checco Zalone... Messa così sembra di volerlo pompare, ma in realtà non ne ha bisogno.

Parliamo del film documentario curato dal pinzolero Patrick Grassi, che martedì 16 gennaio (appuntamento alle 19,30) avrà il suo momento di gloria nientemeno che a Londra e nientemeno che nella sala storica del Regent Street Cinema, nel cuore del West End, là dove i fratelli Lumière (quando il Diciannovesimo Secolo si avviava al tramonto, perché si era nel 1896) portarono il cinema per la prima volta in Inghilterra.
«Sharp families» si intitola il film di Grassi. Sarà la proiezione di apertura della rassegna 2018 «CinemaItaliaUK».

Ogni anno l’Associazione sceglie dodici fra i migliori prodotti cinematografici italiani (film e documentari) e li presenta al pubblico inglese. L’organizzazione annuncia che alla proiezione «saranno presenti tutti i protagonisti del film, insieme ai molti arrotini trentini che operano a Londra, ai loro clienti e agli immigrati italiani di lunga data. Ospite d’eccezione il console italiano a Londra, a testimoniare il valore con cui gli arrotini hanno contribuito all’affermarsi della comunità italiana all’interno del mondo lavorativo inglese».

Nel corso della serata verrà presentato anche il libro, intitolato «On the edge of the emigration. The journey of italian knife-sharpeners», in cui Patrick Grassi va oltre lo spazio che si può dedicare ad un film: infatti amplia le sue ricerche e racconta il fenomeno migratorio degli arrotini.
Fenomeno tipicamente rendenero, com’è noto e come hanno spiegato storici come Angelo Franchini con dovizia di particolari.

Ora Patrick Grassi (con la collaborazione del Centro Studi Judicaria) si è caricato sulle spalle quella pesante eredità, raccogliendo interviste fra i «moleti inglesi», che sono finite nel libro (in italiano «Sul filo dell’emigrazione») e nel film, in italiano e successivamente tradotto in inglese.
Tornando alla rassegna londinese, alla fine della proiezione è annunciato un momento di confronto con il regista Grassi e con la direttrice del festival, Clara Caleo Green, cui seguirà il rinfresco offerto dagli sponsor italiani che sostengono l’iniziativa.

Quella degli arrotini è un’epopea importante, non foss’altro perché ha coinvolto un’intera vallata, la Rendena, negli anni magrissimi dell’emigrazione. Si partì per l’Inghilterra, per il Belgio, per la Francia, prima di fare il balzo oltre l’Oceano, negli Stati Uniti e in Canada. Molti fecero fortuna, aprendo negozi e laboratori di coltelleria sia in Italia che all’estero. Altri tornarono (magari con la famiglia costruita nel luogo dell’emigrazione) e fecero investimenti fra Pinzolo e Madonna di Campiglio: appartamenti e alberghi.
Un’epopea cui da anni c’è chi vorrebbe dedicare un Museo. Il Centro Studi Judicaria è in prima linea, ma finora non si è riusciti a trovare un unanime consenso sulla collocazione. Ciò non impedisce di continuare a cercare, e soprattutto di continuare a ricordare e studiare il fenomeno. Un ulteriore impulso arriverà all’inizio dell’estate dal convegno che l’Associazione La Trisa sta organizzando.

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