Pugno contro la porta causa al «des Alpes»

Respinte in toto le richieste del turista, fu lui a sfondare per rabbia la vetrata. Il giovane voleva 160mila euro

Un pugno inferto contro una porta a vetri dell'Hotel des Alpes di Campiglio costa caro ad un turista romano che quella sera probabilmente era «carburato» dall'alcol. Nei giorni scorsi il Tribunale di Trento ha infatti respinto la domanda risarcitoria del turista - che chiedeva la bellezza di 160.793 euro di danni - condannando anzi l'attore a versare 13.430 euro per ciascuno alla società Des Alpes sas (difesa dall'avvocato Flavio Maria Bonazza) e alle assicurazioni Generali (rappresentate dall'avvocato Vittorio Cristanelli). La causa civile riguardava appunto un pugno. Un unico violento cazzotto con cui il turista - durante un diverbio - letteralmente bucò il vetro della porta dell'hotel riportando lesioni piuttosto gravi.

Nell'atto di citazione contro la società che gestisce il notissimo albergo di Campiglio e contro la compagnia assicurativa l'attore dava una sua personale, ma per nulla precisa, ricostruzione dei fatti. In particolare riferì che il 22 febbraio del 2013 era rimasto vittima nei locali del Des Alpes di un infortunio. Verso mezzanotte, spingendo la porta a vetri per andare in bagno, sarebbe rimasto ferito per l'improvvisa rottura della vetrata che collassava con la sola pressione della mano.

Des Alpes e Generali si costituivano in giudizio ribattendo che la responsabilità dell'incidente era unicamente in capo al turista che dolosamente avrebbe colpito la porta a vetri. L'approfondita istruttoria condotta dal giudice Marco Tamburrino ha confermato quest'ultima tesi. Lo stesso turista, all'epoca 25enne, aveva dato una versione diversa ai carabinieri di Campiglio che accorsero sul posto. Il giovane aveva raccontato di aver avuto una discussione telefonica con la sua ragazza e, con un gesto di rabbia, di aver colpito con il pugno la porta a vetri ferendosi alla mano. Un quadro compatibile con l'alito vinoso descritto in corso di causa da un carabiniere chiamato a testimoniare. 

Due testimoni oculari del fatto diedero una versione lievemente diversa precisando che il pugno non era avvenuto a conclusione della lite telefonica ma di un alterco con un altro avventore. La circostanza era comunque di scarso rilievo. Determinante invece era il fatto che il turista avesse fatto tutto da solo. Secondo il giudice, infatti, l'incidente è integralmente ascrivibile al comportamento tenuto dal turista, «concretandosi il medesimo nel caso fortuito imprevedibile che esonera il custode dalla relativa responsabilità». L'hotel dunque non aveva alcuna colpa. Questo nonostante in causa l'attore abbia cercato di far pesare il fatto che la vetrata in questione non sarebbe stata conforme alla normativa di sicurezza Uni 7697. «Detta normativa - si precisa in sentenza - pur prescrivendo che i vetri in esercizi pubblici devono avere determinate caratteristiche, non prevede che la vetrata in esito ad impatti violenti contro la stessa non si rompa in alcun modo, posto che il vetro temprato, pur essendo più resistente del vetro comune, non è infrangibile ma tende a frammentarsi in schegge minute».

Di certo il turista non si dimenticherà del pugno, non solo per il conto delle spese legali della causa, ma anche per i postumi della ferita. Quella sera il giovane venne soccorso e trasferito al pronto soccorso di Tione e in seguito fu sottoposto a intervento chirurgico di sutura del muscolo. Cure che poi proseguivano anche dopo il rientro a Roma tanto che in causa si lamentavano postumi di invalidità permanente (peraltro ridotti dalla perizia medico legale disposta dal giudice). Danni per cui il giovane può incolpare solo se stesso per quello sconsiderato pugno contro il vetro.

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