Croce abbattuta dal vento nella chiesa di San Floriano

di Giuliano Beltrami

Sabato sera, intorno alle 20, nella zona di Storo si respirava un’aria da tregenda: vento fortissimo, lampi che illuminavano il cielo e brontolio di tuoni. In realtà il temporale che ci si aspettava, o peggio, la grandine che si temeva, non sono arrivati.

Ad un certo punto il cielo si è rasserenato e nella notte si è pure punteggiato di stelle.
Una conseguenza, tuttavia, se l’è portata tutto quel vento. La croce che sta in cima al campanile della chiesa arcipretale dedicata a san Floriano, nel centro di Storo, si è piegata pericolosamente, tant’è che ieri sono stati chiamati i vigili del fuoco. I volontari di Storo, resisi conto della delicatezza della situazione, hanno chiesto l’intervento dello snorkel, una speciale autoscala lunga oltre 30 metri, del Corpo dei permanenti di Trento, con la quale è stato possibile raggiungere la punta del campanile e togliere, almeno provvisoriamente, la croce di ferro.

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D’altronde la situazione andava risolta, perché il pericolo che la croce cadesse era concreto e un manufatto del genere, del peso di quasi un quintale, avrebbe potuto sfondare i tetti delle case adiacenti. Che il vento soffiasse in maniera straordinaria lo testimoniano anche coloro che si trovavano per strada, ai quali volavano via gli ombrelli aperti per ripararsi dalle quattro gocce che a quell’ora stavano cadendo. Tuttavia riuscire a piegare su se stessa una croce che stava in cima al campanile a memoria d’uomo... Ci doveva essere qualche ragione. E infatti una spiegazione è stata fornita dall’attento sopralluogo: la croce era sorretta da un palo di ferro, che con il passare dei decenni, se non dei secoli, si è usurato.

Risultato: il vento di burrasca lo ha facilmente tolto di mezzo, facendo correre alla croce, come detto, il rischio di cadere sul sagrato. La chiesa di San Floriano è anteriore al 1189, anno in cui compare per la prima volta in un documento ufficiale. Nella sua lunga storia tante sono le vicissitudini vissute dal tempio: fu rifatto più volte e riconsacrato, vennero costruiti e ricostruiti gli altari.

Nel locale che custodisce il tesoro (donato in gran parte fra ’600 e ’700 dagli storesi emigrati a Venezia) viene conservata la pala della Madonna Nera, o di Sant’Andrea, icona cretese-veneziana del XV-XVI secolo, che fu danneggiata durante la Terza Guerra d’Indipendenza dal proiettile sparato da un garibaldino, evidentemente poco credente. Probabilmente più recente la croce sul campanile.

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Tante vicissitudini, ma forse non era mai successa la decapitazione della croce sul campanile. Nella mattinata di ieri, i vigili del fuoco volontari coordinati dal vicecomandante Rudy Poletti sono intervenuti anche in località Gac per delle piante cadute sulla sede stradale e sul capitello.

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