La noce del Bleggio candidata a presidio Slow Food

Pratiche avviate, ora servono 10mila euro per completarle

di Denise Rocca

La noce del Bleggio si candida a diventare presidio Slow Food e se tutto andrà in porto si tratterebbe della prima noce a conquistare il prestigioso marchio in Italia.
La Confraternita della Noce del Bleggio, nata proprio per salvaguardare e promuovere questa varietà dal passato glorioso e fruttuoso che dagli anni Sessanta ha avuto invece un forte calo di produzione e diffusione, ha infatti avviato le pratiche per entrare nel mondo dei presidi attraverso la Condotta Slow Food delle Giudicarie, la quale ha organizzato un incontro con la responsabile nazionale dei presidi, Francesca Baldereschi, per proseguire poi come confraternita a compilare il dettagliato questionario richiesto da Slow Food.
 
La Noce del Bleggio e quella di Sorrento rappresentano le due varietà italiane più prestigiose: la bleggiana ha un passato glorioso di favorita della celebre pasticceria napoletana per la scarsa oleosità del suo frutto che manteneva quindi intatte le composizioni dei mastri pasticceri partenopei senza rovinarle. Fu al tempo una risorsa economica per i territori bleggiani, andata però esaurendosi nel corso dell’ultimo cinquantennio a causa di un progressivo abbandono e calo di superficie coltivata dovuto a diverse cause: dalla scarsa capacità di commercializzazione rispetto a varietà più produttive e veloci, al contemporaneo aumento del valore del legno di noce per mobili e arredi.
La storia della noce bleggiana riavvia una curva positiva proprio con al nascita della Confraternita a sua difesa, promozione e valorizzazione. Oggi si è ad un passo dal riconoscimento Slow Food che aprirebbe nuovi canali di commrcializzazione e promozione, legando indissolubilmente la noce all’identità del territorio, con una ricaduta secondo i promotori anche turistica per il territorio nel suo insieme. 
 
«A tutt’oggi – conferma Guido Donati, Magnifico Console della Confraternita della Noce del Bleggio - l’iter è stato completato come confermato dai vertici di Slow Food e di fatto abbiamo tutte le caratteristiche necessarie a diventare presidio Slow Food, sia per storia che per qualità e caratteristiche. Quello che manca, ed è l’obiettivo dei prossimi mesi, è che una serie di sponsor dimostrino di credere e sostenere questo futuro presidio arrivando a versare la cifra di 10mila euro dal territorio che Slow Food richiede per completare l’iter e arrivare alla nascita del presidio».
 
E’ partita quindi la caccia ai fondi per restituire alla noce bleggiana una via di sviluppo e rinascita, una seconda occasione di ritornare ad essere oltre ad un simbolo dell’altopiano bleggiano anche una fonte economica e promozionale per il territorio. E’ stata avviata una collaborazione con il vivaio regionale di Spello con la messa ad innesto con marze bleggiane di 300 nuove piante di noce e anche i prossimi mesi saranno intensi per la Confraternita che, oltre ad essere impegnata nella raccolta fondi, il 9 ottobre con l’Ecomuseo della Judicaria dedicherà una giornata del paesaggio alla noce locale, con una passeggiata fra i noci – i maestosi vecchi e i frizzanti nuovi - che stanno ripopolando la campagna del Bleggio. Mentre il 5 e 6 novembre sarà la volta, a Cavrasto, dell’annuale Festa della Noce che propone quest’anno un convegno nazionale sul recupero di varietà autoctone.

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