Quattro bimbi vanno a giocare nel bosco e tornano con una bomba della Grande Guerra

di Roberta Boccardi

Si può immaginare lo spavento di mamma e papà quando hanno visto tornare a casa i due ragazzini, il figlio ed un suo amichetto, entrambi di appena dieci anni, seguiti dai fratellini più piccoli di 6 e 4 anni, portando con sé un residuato bellico, un ordigno inesploso della Prima Guerra Mondiale. È successo ieri pomeriggio a Por, frazione di Pieve di Bono, dove i quattro bambini risiedono con le rispettive famiglie.

Dopo pranzo sono andati a giocare nel bosco sotto la chiesetta di S. Lorenzo, quando hanno visto qualcosa affiorare dal terreno. «Sembrava un tubo - hanno raccontato ai genitori - abbiamo scavato un po' con le mani, l'abbiamo liberato dalla terra e ce lo siamo portati a casa». «Al solo pensiero che si siano fatti centinaia di metri nel bosco con una bomba in mano mi tremano ancora le gambe - racconta uno dei papà -. Non posso nemmeno pensare al pericolo che hanno corso, se solo fossero inciampati correndo verso casa, o se il proiettile fosse caduto battendo su un sasso con la spoletta...».

Attimi di paura pura vissuti dai genitori al solo pensiero di che cosa poteva succedere. «Ce li siamo visti arrivare in processione, i due più grandi davanti con l'ordigno in mano, seguiti dai bambini più piccoli - continua il genitore -, tutti contenti perché avevano trovato una "cartuccia". Invece era una bomba! Mai più, è stato loro raccomandato, se vedete qualcosa di simile dovete toccarlo, non dovete neanche avvcinarvi e venire subito ad avvisarci». Sono lontani i tempi quando a scuola i bambini venivano messi sull'avviso, anche con cartelloni giganti, che informavano sul pericolo rappresentato dai residuati bellici inesplosi. Tanto lontani che nessuno oggi neanche s'immagina che dei bambini possano imbattersi in un proiettile della Prima Guerra Mondiale a duecento metri da casa, in un bosco creato dall'avanzamento degli alberi per l'abbandono dei terreni dedicati al pascolo.

Come il proiettile abbia potuto restare lì, inosservato, a poco più di 150 metri dalle ultime case del paese è un mistero. «Questa era una zona di confine, e certamente hanno scaricato più bombe qui che in altre zone - continua il papà -, il problema ora è che se cominciano a riaffiorare sarà il caso di effettuare delle esplorazioni del terreno e procedere ad un eventuale bonifica, come è già stato fatto nell'area della galleria della nuova circonvallazione di Pieve di Bono». Naturalmente sono stati subito informati i Carabinieri che hanno inviato una pattuglia da Tione: il proiettile di sette centimetri di diametro e lungo 29 centimetri, allontanati i bambini, è stato spostato in un posto sicuro, in attesa dell'intervento degli artificieri che già oggi decideranno come procedere.

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