Tre volte no alle centrali: salvo il torrente Arnò

di Roberta Boccardi

Il torrente Arnò, per lo meno nella parte all’altezza dei paesi di Bondo e Breguzzo, è salvo. Tre richieste di concessione per derivare acqua a scopo idroelettrico, nell’area in questione, sono state bocciate dalla giunta provinciale che ha riconosciuto la sussistenza di «un prevalente interesse ambientale incompatibile con la domanda».

A salvare l’Arnò sono tre distinte delibere (consultabili a destra), proposte dall’assessore alle infrastrutture e all’ambiente Mauro Gilmozzi, approvate nella seduta di giunta del 18 dicembre scorso. La prima si riferisce al progetto della società Measure srl, di prelevare dal torrente Arnò, alla quota di circa 860 metri, nel territorio dei Comuni di Bondo e Breguzzo, per l’intero anno, fino alla portata massima di 1.586 l/s e media di 460 l/s, per produrre la potenza nominale media di 689 kW su un salto di 152,80 metri.La domanda era stata presentata al Servizio risorse idriche ed energetiche il 27 gennaio 2014, e i consigli di Bondo e  Breguzzo si erano espressi a favore.

Il Servizio urbanistica e tutela del paesaggio, però, aveva subito rilevato che la sottrazione d’acqua dal torrente, la realizzazione dell’opera di presa e dell’edificio della centrale «sono modificazioni di grande impatto paesaggistico-ambientale contrastanti peraltro con l’interesse ricreativo dell’area».

Analoghe le ragioni che hanno portato al rigetto della domanda presentata dall'ingegnere Romano Menapace, il 27 marzo 2104, «volta al prelievo d’acqua a scopo idroelettrico dal torrente Arnò, alla quota di circa 860 metri, nel territorio dei Comuni di Bondo e Breguzzo, per il periodo 1 aprile - 31 dicembre, fino alla portata massima di 1.328 l/s e media di 346 l/s (al netto del rilascio di 1,5 volte il DMV), per produrre la potenza nominale media di 422 kW su un salto di 124,30 metri».

Ma la giunta provinciale ha detto no anche al Comune di Breguzzo che aveva fatto domanda in concorrenza il 28 marzo 2014: in questo caso il prelievo doveva avvenire «alla quota di circa 857,50 metri, sempre nel territorio dei Comuni di Bondo e Breguzzo, per l’intero anno, fino alla portata massima di 1.600 l/s e media di 454 l/s, per produrre la potenza nominale media di 497,62 kW su un salto di 111,80 metri».

Anche in questo caso il prelievo d’acqua, l’impatto dell’opera di presa e della centrale, sono ritenuti troppo impattanti sotto il profilo paesaggistico ambientale, pur «non sussistendo prevalenti interessi pubblici ad un diverso uso dell’acqua rispetto a quello idroelettrico».

A difesa del torrente Arnò, già pesantemente gravato da altre opere di presa, si è recentemente costituito un Comitato civico, denominato «I Salvarnò» per dar voce alla preoccupazione della popolazione locale che teme un depauperamento del torrente.

comments powered by Disqus