«Mostri» nel bosco, vincono gli scultori italiani

di Denise Rocca

Nella cornice dei boschi di Stenico, dopo le vittorie internazionali degli scorsi anni, sono tutti italiani gli artisti che si sono aggiudicati i tre premi in palio del concorso di arte nella natura di BAS -  BoscoArteStenico. Nella categoria scultura è il leccese Francesco Penci con la sua «Mostri giganti nella testa» ad aggiudicarsi il favore della giuria formata da Marina Caumo, Matteo Corradi, Remo Forchini, Alessandra Odorizzi e Daniela Trentin. «Maestosità e immediatezza nell’espressione emozionale attraverso l’uso spontaneo, e immediata freschezza e modernità – ha scritto nel suo giudizio la commissione -  i mostri di Francesco Penci sono il peso dell’inquietudine contemporanea espressa in molteplici dimensioni, combinando l’immediatezza del fare plastico con modernità e maturità di linguaggio. I mostri rappresentano le torsioni di un paesaggio interiore ma si confrontano con l’ambiente naturale».

Per la sezione installazioni sono due artisti che hanno lavorato in coppia, Elisa Bortolussi e Alberto Favretto, di Venezia, a primeggiare con una gradne opera intitolata «Serpe»: «Sono stati giudicati unanimemente per l’esito estetico, l’interpretazione del tema e la compatibilità con l’ambiente – citiamo il commento della giuria - l’opera mantiene una spettacolarità molto forte pur in armonia con il contesto, ed è in grado di suggerire interpretazioni libere e originali». Novità introdotta quest’anno dagli organizzatori era anche il premio dedicato al prete scultore Luciano Carnessali: il trentino Elio Buffa vince il premio a lui dedicato con una scutura dal titolo «Lotta per la vita»: un’aquila e un serpente, due soggetti cari a Carnessali e una dedica che gli è valsa la nomina della giuria.

Maurizio Corradi, fotografo e presidente dell’Associazione BoscoArteStenico, è più che soddisfatto: «Il coinvolgimento degli artisti è stato molto bello – commenta – ci sono stati un clima e una grande armonia fra i partecipanti per tutta la settimana, una grande collaborazione e ci ha fatto davvero piacere che l’esperienza sia stata apprezzata da tutti, al di là del concorso e della gara. Dal punto di vista atistico dobbiamo dire che si è alzato ancora il livello ed è stata dura selezionare dei vincitori. Quindi noi siamo felicissimi, stanchi, ma felicissimi». A salutare la chiusura del Bas erano presenti anche molti artisti delle edizioni passate, venuti appositamente per un saluto ad organizzatori e colleghi creativi, e dare un’occhiata alle loro opere che, come è tradizione nel Bas, vengono lasciate sul percorso e sono fruibili tutto l’anno: è il bosco a farle proprie con il tempo, ad assorbirle, integrarle e modificarle secondo i ritmi, capricci e umori della natura che le circonda.

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