Tione, capoluogo in cerca di nuovo ruolo

di Denise Rocca

Centro naturale delle Valli Giudicarie, Tione ne è anche il «capoluogo mancato». Eppure sulla carta la borgata di Tione dovrebbe essere il capoluogo giudicariese per eccellenza: incrocio ideale della via che porta a Trento e di quella verso Brescia, al punto di confluenza fra la Sarca e l'Arnò, divenne per la forza della sua posizione geografica un centro servizi a partire dalla seconda metà dell'800, quando è il cuore del Capitanato asburgico poiché ospita tutti gli organi burocratici e amministrativi dell'Impero.


Oggi accoglie tutte le scuole superiori e professionali a disposizione dei giudicariesi che non vogliono spostarsi nelle più lontane Trento, Brescia e Riva del Garda, ci sono asili e istituto comprensivo, l'ospedale, la Comunita di Valle, si svolgono mercati e fiere annuali che sono appuntamenti fissi per le Giudicarie e oltre, e ospita tutta una serie di altri servizi e uffici che portano a Tione una migrazione giornaliera di cittadini da fuori stimata fra le 2.500 e le 3.000 persone. Tutte con il loro bisogno di essere accolte e facilitate negli spostamenti e nelle esigenze per vivere la borgata. È a questa natura di centro che si svuota e riempie dal giorno alla notte e cambia demografia anche col cambio stagionale nei periodi scanditi dall'anno scolastico che Tione deve la sua natura di capoluogo e lo sviluppo negli anni del commercio di una vocazione essenzialmente da terzo settore.


Tutto pare cospirare a fare di Tione una piccola capitale di montagna. Eppure i giudicariesi sono tiepidi verso il loro capoluogo, per non dire apertamente ostili. Tione non scalda i cuori, né della Busa più prossima, né delle valli limitrofe. Proprio la conca tionese è presa in questo momento dal fermento delle fusioni, ma Zuclo e Bolbeno corrono a sé, per creare ancora un microcomune, e pure Montagne ? Preore ? Ragoli hanno deciso di fare gruppo a sé e dare vita a Tre Ville. Nessuno ha interpellato Tione, che pure ha tenuto la porta aperta a tutti e il sindaco Mattia Gottardi ha lanciato qualche mese fa un appello pubblico a farsi avanti per discutere di un'organizzazione amministrativa condivisa. «Piuttosto che con Tione...» è la frase che pare mettere d'accordo tutti, pro o contro le fusioni che siano, e chiude ogni discussione sull'argomento. Nemmeno a Saone, che pure a suo tempo decise di rimanere con Tione quando la possibilità, dopo il fascismo, di ritornare comune indipendente si presentò, oggi dà qualche grattacapo all'amministrazione tionese.


«Tione è percepita ancora come imposizione dalla Busa ? spiega Mario Antolini Muson , 94 anni di studio approfondito delle Giudicarie alle spalle ? perchè storicamente il comune unico fu imposto sotto il fascismo, e prima ancora lo fu la Pieve. Un piccolo esempio: tutte le parrocchie del circondario che ad essa facevano capo dovevano contribuire economicamente alla Pieve di Tione, senza scelta. La Busa ha vissuto Tione come prevaricatrice e fatica oggi a superare questa percezione». Tione che pure, demograficamente, deve molto agli innesti di «stranieri» dei paesi vicini che negli anni portarono ad un vero e proprio ricambio generazionale che andò di pari passo col cambio dell'economia: prima di essere capitanato dell'Impero, Tione era solo uno dei tanti borghi montani con un'economia di sussistenza di base agro-silvo pastorale. A cavallo del 1900 arrivano i «foresti» e con essi cambia l'economia locale spostandosi verso il commercio: un ricambio che fu quasi generazionale e lo testimoniano i cognomi del tempo. Fra il 1900 e il 1910 arrivano i Bonomi, i Valentini, i Gottardi, i Pizzini, i Ghirardini, gli Alberti, i Covi, i Pancheri; l'ondata successiva, dagli anni ?20 al ?35, è quella dei vari Benaglia, Marchesi, Gino, Bertelli, Gasperi; e poi tocca ai Beltrami, i Dalbon, i Togni, gli Agnoli, gli Scaia e gli Oliana. Cognomi oggi considerati tionesi doc, la maggioranza delle botteghe e del commercio li vede citati sulle insegne, spariscono i tionesi allevatori e contadini e arriva l'ondata dei commercianti e degli industriali di oggi. Ma dall'aver abitato una cittadina e contribuito al suo sviluppo, al cerare una comunità che sente propria la borgata e non la vede solo come paese ospitante, la distanza è grande. «Ci vorrà ancora qualche generazione - spiega l'appassionato Antolini - perchè pensino con la testa tionese e non dei luoghi di origine dai quali le famiglie e i vecchi di casa venivano. Allora compiuto il ricambio i tionesi saranno comunità più unita e in quanto tale in grado di accogliere e diventare polo radiante e non accentrante».

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Come è quindi il futuro di questo capoluogo che nel sentire comune e ancora «mancato»?
«Nel concreto - spiega Mario Antolini, che ha aperto una pagina Facebook per unire, non soloTione e la Busa, ma tutte le Giudicarie - va tenuto presente che la borgata si è fatta capoluogo ma di capoluogo deve affinare le sue componenti: parcheggi, strutture di ristoro, cura del decoro cittadino, crescita del commercio, ma soprattutto collegialità. Partendo anche dalla quotidianità e dai rapporti interpersonali specialmente a carico delle persone che lavorano "al servizio". Solo una cittadina che dimostri di sentirsi, e si sente davvero a servizio di chiunque diventerà la città ideale da frequentare con piacere e il capoluogo, questa volta condiviso, delle Giudicarie». Il futuro è nelle mani degli amministratori, e per ora sono due i candidati alla poltrona di sindaco di Tione. Con una certezza comune, ma due visioni diverse, nello stile, sul futuro di Tione capoluogo. «Sicuramente Tione sarà sempre più capoluogo nel futuro ? spiega il sindaco uscente Mattia Gottardi - non vedo nient'altro che un comune unico nella Busa nel medio termine. Non penso che le fusioni in corso nella Busa siano la soluzione, ma solo una scelta di breve periodo. Tione sarà sempre più un riferimento, commerciale ed amministrativo come lo è stato nella storia».


Alessandro Rognoni , giovane sfidante alle prossime elezioni, guarda alle potenzialità: «Tione è una Ferrari, ma sta in garage. Non credo possa rimanere ancorata sul suo passato e alla posizione strategica, ma va inserita in un piano più ampio. Tione sarà leader e guida per le Giudicarie, ma non per imposizione, piuttosto perchè sappia dimostrare di non essere isolata ma di saper dialogare. Immagino la valle fra dieci anni con 6 o 7 comuni e le Asuc a mantenere usi, costumi e tradizioni. In vent'anni immagino Tione inserita all'interno di un contesto che farà si che non per un rapporto di forza, ma per ragioni di efficienza, opportunità e produttività Tione sia il capoluogo riconosciuto delle Giudicarie».

Ospedale e costi, problema vecchio

Problema vecchio quello del sostentamento economico dell'ospedale di valle, non certo sorto per la prima volta dalla crisi economica di questi anni: oggi si raccolgono firme e si difende allo strenuo il punto nascite, nel timore che sia solo il primo passo verso lo smantellamento, ma fin dalla nascita l'ospedale aveva un occhio ai malati e uno all'economicità. Il nome originario, e pure il reparto di «sanatorio tubercolare» annesso dopo la costruzione nascono da necessità, per così dire, più economiche che sanitarie. La richiesta di un ospedale per le Giudicarie viene portata avanti da monsignor Donato Perli , arciprete-decano di Tione e dal farmacista tionese Guido Boni che nel 1919 iniziano ad occuparsene. Sono anni di miseria, ma nel giugno del 1925 si arriva alla benedizione della prima pietra del nuovo edificio e solo 6 anni dopo, nel 1931, inizia l'attività ospedaliera. L'ente ospedaliero nacque «mandamentale» cioè di proprietà dei 26 comuni del Mandamento di Tione, e chiamato «3 novembre» in onore e in ricordo dell'entrata delle truppe italiane nel Trentino alla fine del primo conflitto mondiale. Proprio la dedica a quell'episodio della storia, particolarmente apprezzata dagli amministratori del tempo favorì, pare, lo stanziamento necessario alla costruzione dell'ospedale. La gestione economico-finanziaria venne affidata ad un comitato di amministrazione formato da personalità giudicariesi e presieduto dal podestà di Tione Gino Benvenuti , al quale seguì Aldredo Antolini , fino alla creazione delle Unità sanitarie locali. Non ebbe affatto vita facile dal punto di vista economico il nuovo ospedale, tanto che poco tempo dopo gli venne annesso anche il reparto «sanatorio tubercolare» le cui rette permettevano di sostenere le finanze del resto dell'ospedale. Rimase aperto fino ai primi anni del secondo dopoguerra e scomparve quando il primo edificio negli anni ?60 ? ?70 venne abbandonato per una nuova ala dove l'ospedale si trasferì e solo successivamente la costruzione originaria venne adattata all'Rsa in funzione ancora oggi.

Scuola: le eccellenze

A fare comunità in Giudicarie contribuisce in maniera determinante anche il comparto scolastico che per la vallata si concentra a Tione, particolarmente per quanto riguarda l'educazione superiore e professionale. Da una parte lo fa con una propensione ad accogliere stu[[{"type":"media","view_mode":"media_large","fid":"196996","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"142","style":"float: right;","width":"94"}}]]denti fuori sede non indifferente per delle scuole di periferia come sono quelle del complesso tionese, dall'altra offrendo un servizio continuativo che va oltre la missione didattica ed educativa. Ragazzi da tutto il Belpaese giungono a Tione per partecipare a due eccellenze dell'Enaip locale, uniche in Italia: anzitutto «l'Alta formazione per tecnico superiore di cucina e della ristorazione», corso biennale che accoglie i migliori chef d'Italia per formare le nuove leve che finiscono nei migliori ristoranti e alberghi del mondo. Dagli stage degli studenti che spaziano da Dubai a Parigi, Londra e le più esclusive località italiane si vedono le destinazioni dei giovani professionisti che escono dalla formazione. Il corso nasce nel 2008, con i primi 11 studenti, che crescono ogni anno fino ai 38 che si sono presentati alla selezioni di quest'anno, fra i quali solo 20 sono stati selezionati per il corso partito a novembre. L'Enaip tinese offre anche la specializzazione, anch'essa unica, in «Tecnico e operatore di carpenteria del legno», con i primi qualificati entrati nel mondo del lavoro nel 2010. «Sono specializzazioni ? spiega Emilio Salvaterra , dirigente dell'Enaip di Tione ? che portano una ricchezza di ragazzi da fuori in grado, al di là della didattica, di creare un vissuto importante per gli studenti». Si mescolano i ragazzi e crescono assieme, inviati per due periodi di stage prima in altre zone d'italia e poi all'estero. Anche l'Istituto Lorenzo Guetti, offre il noto Liceo della montagna, anch'esso peculiare e polo di attrazione per giovani fuori dall'ambito giudicariese e trentino, ma fra le novità meno conosciute e moltoapprezzate c'è anche il triennio in «Tecnologia del legno nelle costruzioni» specializzazione su bioedilizia e costruzioni in legno partita lo scorso anno scolastico scelta da 30 studenti. Due specializzazioni sul legno, una professionale l'altra superiore, che portano avanti idealmente la tradizione di quell'eccellenza che era la scuola ebanistica di Tione di fine ?800, la migliore delle Giudicarie al tempo.
E al Guetti compare fra le nuove formazioni, sempre tagliata sul territorio giudicariese, una specializzazione per il turismo con i primi 57 diplomati attesi in estate, «Tecnico turistico»: tre lingue, materie come geografia turistica e arte&territorio, oltre a uno stage estivo caratterizzano la formazione. «Il Guetti è una grande comunità ? spiega la dirigente Patrizia Gulli ? i ragazzi usano la scuola come luogo di incontro, nei pomeriggi hanno a disposizione una serie di sportelli con i docenti disponibili, possono usare i laboratori con i tecnici o semplicemente studiare assieme. Una scuola sempre aperta e tutta una serie di attività extracurricolari e sportive che formano i ragazzi alla Comunità».

Calano i posti di lavoro

[[{"type":"media","view_mode":"media_large","fid":"196971","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"428","style":"float: right;","width":"480"}}]]Servizi e terziario definiscono il comparto economico tionese, ma dalla chiusura del tribunale, lo scorso anno, ai timori per l'ospedale di valle, fino al blocco delle assunzioni nel pubblico e alle fusioni in atto, i posti di lavoro nel terzo settore sono in netta diminuzione.
«Un futuro senza ospedale - spiega Marco Mariotti , direttore della Cassa rurale Adamello Brenta -, ma anche se guardiamo a scenari meno radicali e alla semplice riduzione in atto dei posti nel pubblico, prospetta per Tione un terziario completamente diverso da quello attuale. Tanti posti persi nel settore privato, sono stati assorbiti in questi anni propri dai servizi in questo territorio: scuole, tavolare, tribunale, ospedale muovono tantissime persone. Nel futuro questo travaso non potrà avvenire in maniera cosi importante».
Il privato sono per esempio le strutture alberghiere tionesi, tutte chiuse oggi, ma in un passato nemmeno troppo lontano il paese ne vantava parecchi, legati ai rappresentanti commerciali che periodicamente venivano in zona. E i negozi, che rimangono abbastanza stabili fra aperture e chiusure ? sono 109 gli esercizi commerciali attuali, stabili negli ultimi anni ? variano però nel personale impiegato, al netto, in positivo, del grosso ampliamento di due supermercati nel recentissimo passato. E variano soprattutto nella capacità di attrattiva per i giovani come possibilità lavorativa.
La situazione è in rapido cambiamento: «È una svolta che potrebbe essere radicale ? spiega Mariotti ? è difficile fare previsioni, anche sul breve periodo di pochi anni, perchè per il terziario quanti saranno i futuri comuni, se ci sarà o meno l'ospedale, sono variabili che sull'occupazione hanno un impatto enorme. Nei settori privati, se pensiamo all'edilizia, le prospettive ci sono, ma sono diverse: è chiaro che non si costruirà tanto quanto si è costruito negli anni scorsi, la cementificazione è finita ora si parla di ristrutturare i centri storici, con tutto quello che comporta in termini di figure professionali. Si può dire con certezza che una riorganizzazione è necessaria: le industrie più grandi che hanno capito i cambiamenti in corso e si sono riorganizzate stanno uscendo bene da questo periodo, per esempio, quindi bisogna avere fiducia ma pensare fuori dagli schemi tradizionali». E fra gli imprenditori che hanno risposto alle nuove esigenze c'è Mirko Pellegrini , titolare della Novurania che produce gommati e ha uno stabilimento in Florida. Ma anche altre ditte hanno guardato fuori dai confini giudicariesi: i Marchesi producono in Cina, Bonomi si sta spostando in Lombardia, Girardini ha una sede anche in Polonia, per citarne solo alcuni. Cosa chiedono però al territorio? «Smettere di avere internet a pedali ? scherza, ma nemmeno tanto, Pellegrini - c'è la fibra ottica dappertutto ma mancano i nodi e ci troviamo con comunicazioni da terzo mondo. L'economia viaggia molto anche sull'informazione veloce e l'accesso alla banda larga è, con la viabiltà, l'infrastrutturazione più urgente». Concorda Mirella Girardini , titolare dell'omonima ditta tionese che opera nel comparto dei metalli, oltre che amministratore in carica: «Le strade vanno migliorate. Per andare in Polonia preferisco quasi l'auto perché la comodità dell'aereo che è a Bergamo è inficiata dalla strada per arrivarci. È un assurdo chiaramente».

 

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