Traffico, code e turisti la dura accusa di Transdolomites "In Fiemme e Fassa pazienza finita"

Il traffico, in questi giorni, è a livelli di guardia in Fiemme e Fassa. E quindi occorre pensare a soluzioni radicali, innovative e lungimiranti. Lo dice Massimo Girardi, presidente dell'associazione Transdolomites, in un comunicato stampa duro e documentato.

"Rabbia, rassegnazione, la speranza di arrivare a destinazione . Una giornata di normale follia sulle strade della valle di Fassa e comunque nelle Dolomiti.

Ne sono conferma i bollettini del traffico che cadenzati nella giornata continuano ad informare sui tanti rallentamenti del traffico sulle strade regionali e autostrada del Brennero. Gli spostamenti legali alla stagionalità turistica e guarda caso non le merci sono all’origine del collasso della rete stradale. E la cosa rispetto al passato si fa sempre peggio perché i giorni di permanenza in una stessa località rispetto al passato si sono di molto ridotti. Ci si ferma di meno e ci si sposta molto di più. Se si va fuori regione , in queste settimane di esodi e controesodi c’è chi ha stimato in una sola direzione di marcia anche 40 km di coda.
Eppure in politica per farsi notare si continua in politica si continua a parlare di trasporto merci dimenticando che la vera emergenza anche in A 22 è rappresentata dalle autovetture private . Un po’ come la questione dei lupi e degli orsi , mentre in realtà vi sono anche altri problemi molto più impellenti che ricadono indistintamente sulle spalle di tutti e vanno a tutti i costi affrontati con determinazione.
In valle di Fassa dove da giorno si snoda un continuo serpente di auto intravallivo ed extravallivo pare tutto si svolga quasi nella patologia abitudine del fatto che così è e a ciò ci si adatta.
Ma non è così perché sui social emerge la rabbia, la rassegnazione di chi per tempo libero o per lavoro si trova forzatamente prigioniero di questo serpente di auto assieme ai tanti che riempiono i pullman di linea.
Quest’ultimi dovrebbero essere premiati per il forte senso di responsabilità ed invece sono anche gabbati perché nella speranza o convinzione di arrivare a destinazione puntuali ci arrivano invece con 30 o forse anche molto di più. Es ; due giorni fa nella prima mattinata per percorrere il tratto tra Soraga e Pozza ci volevano 35 minuti, lo stesso tempo che nella normalità ci metti da Pozza per arrivare Falcade.
Ed a rimetterci di più sono proprio i residenti , prigionieri in casa propria. Ma tutto ciò ha un costo negativo anche sull’immagine turistica della valle e delle Dolomiti. Il modo peggiore per vendere momenti che dovrebbero essere di netto distacco dalla realtà cittadine e che invece si dimostra ben peggiore, solo che per vivere questa esperienza assurda si paga. E con ciò , in assenza di interventi risolutivi , cresce la consapevolezza di essere sempre più fuori mercato proprio per la qualità dell’offerta di mobilità . Se la ricerca dei nuovi mercati si basa su questi presupposti ci si prepari a delle sonore figuracce che non sono solo delle valli di Fassa, Fiemme o il Garda ,a ma del Trentino intero.
Sul sito www.transdolomites.eu sulla sua pagina Facebook si sfogano i tanti pensieri legati a questa situazione di immobilità più che di mobilità.
Seguiamo che racconti e invitiamo chiunque lo desiderasse a esprimere il proprio stato d’animo.
Così come invitiamo che di dovere ad avere l’umiltà a studiare e comprendere quali cambiamenti epocali sta vivendo una parte dell’umanità in tema di trasporti; forte riduzione delle vendite di auto di rilascio di nuove patenti. Altro che auto elettrica. Il futuro non dipende dalla realizzazione di nuove strade ma dalla realizzazione di infrastrutture per la mobilità pubblica, servizi.
Così anche il turismo avrà un futuro se saprà leggere in questi cambiamenti come insegna Hugo Goetsch nell’articolo allegato.
Quello che nella vicina Svizzera hanno capito da tanto e dove ( vedi treno rosso del Bernina a Tirano) sulla strada assieme alle auto ci transita un treno tra i più conosciuti al mondo.
Da troppi anni si assiste ad un continuo rilevamento dei flussi di traffico ma alla fine a cosa serve sapere se tra un anno o l’altro è transitata qualche auto in più o in meno? Forse solo per avere qualche foto sui giornali.
Quello che oggi serve sono i progetti , la realizzazione concreta di quelle infrastrutture di mobilità pubblica che doteranno i territori di strumenti di lavoro e non di sussidi che trovano il tempo che trovano.
E’ dai tempi della mozione N. 38 del giugno del Consiglio provinciale di Trento che le valli dell’Avisio aspettano di conoscere un progetto per la ferrovia delle Valli dell’Avisio, e c’è chi ancora da prima per altre mozioni sulla mobilità pubblica che si aspetta delle risposte.
Sommato il tutto se andiamo dalle Valli dell’Avisio e ci si sposta in Valsugana e altopiano di Lavarone, queste mozioni rappresentano con i loro comuni e Comunità di Valle circa 170.000 trentini, il Trentino Orientale che chiede di essere ascoltato e che chiede soluzioni che nulla hanno a che fare con strade ma al contrario servizi e infrastrutture su ferro e fune.
Sono passati anni di parole, anni di pazienza, ma anche la pazienza non è infinita..."

 

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