Vaia: la chiesetta di Valmaggiore distrutta dalla tempesta, rinascerà con gli alpini

di Mario Felicetti

 Una bella mattinata di sole nella splendida zona di Valmaggiore, ai piedi del Lagorai, ha accolto domenica scorso la tradizionale cerimonia organizzata dal gruppo Alpini di Predazzo in onore dei caduti di tutte le guerre e dei caduti in montagna in generale. Purtroppo quest’anno l’appuntamento non ha potuto essere previsto davanti alla chiesetta alpina costruita 32 anni fa, nel 1987, e travolta dal ciclone Vaia di fine ottobre 2018. Un evento doloroso per le penne nere e per tutta la comunità, che è stata sempre particolarmente vicina a questo monumento, visitato ogni anno in luglio per una breve ma sentita manifestazione.  In ogni caso, gli alpini non si sono persi d’animo ed hanno subito deciso di avviare le procedure,  tecniche e burocratiche, per ricostruirlo, scegliendo questa volta una zona più centrale della vallata, quindi non soggetta, se mai dovesse succedere ancora, alla caduta di alberi. Il rendering è pronto ed è stato esposto al pubblico appunto domenica, confermando esteticamente la conformazione della struttura precedente, tanto per non discostarsi dalla tradizione del passato. Qui, don Bruno Morandini ha celebrato la messa, dopo aver provveduto, alle 10.30, alla benedizione dell’ex cimitero di guerra, costruito a suo tempo all’inizio della vallata, con la deposizione di una corona davanti al monumento che ricorda le vittime della guerra. Poi, gli alpini, provenienti, con i loro labari, dalle valli di Fiemme e Fassa ed anche da fuori valle, si sono trasferiti in corteo fino alla zona dove sorgerà la nuova chiesetta per la celebrazione. Tra i presenti, molto numerosi, anche la sindaco Maria Bosin, con gli assessori Paolo Boninsegna e Giuseppe Facchini, il comandante della locale stazione dei Carabinieri maresciallo Massimo Zangrando, il mandamentale degli alpini di Fiemme e Fassa Tullio Dellagiacona e gli ex capigruppo Giuseppe Gabrielli e Germano Croce. Prima della Messa, c’è stato l’alzabandiera e quindi ha portato il saluto del gruppo organizzatore il capogruppo Roberto Gabrielli, confermando la volontà di programmare comunque la festa alpina  «per non perdere» ha detto «i nostri valori e dare continuità a quello che i nostri predecessori ci hanno lasciato. La chiesetta purtroppo non c’è più» ha aggiunto «ma questo non fermerà la volontà di ricostruirla al più presto. La parte burocratica è già partita e siamo fiduciosi di farcela entro il prossimo anno, perché essa non è soltanto degli alpini, ma di tutta la popolazione di Predazzo e di tutti gli appassionati della montagna. Ringrazio» ha concluso, «l’Amministrazione comunale, la Magnifica Comunità di Fiemme e tutti coloro che ci daranno una mano». «Siamo sempre venuti qui» ha poi sottolineato Maria Bosin «per ricordare le tante sofferenze che ci sono state sulle nostre montagne, ma quest’anno c’è una sofferenza ancora più grande, dopo che il ciclone Vaia ha portato via un simbolo della nostra comunità. In ogni caso, con la tenacia che contraddistingue gli alpini, sono convinta che Valmaggiore e le nostre montagne ritroveranno l’aspetto di sempre». Pronto a dare un sostegno concreto alla nuova iniziativa si è dichiarato il mandamentale Dellagiacoma, sicuro che sia la Sezione di Trento che i gruppi di Fiemme e Fassa saranno pronti e disponibili. Dopo la messa, lo stesso Dellagiacoma ha letto la preghiera dell’alpino. Poi tutti a degustare il pranzo tipico preparato a mezzogiorno. Pur con l’amarezza nel cuore di fronte ai disastri provocati in tutta la zona, ma con la convinzione che tutto ritornerà bello ed affascinante come un tempo.

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