Gardeccia: addio alle navette Ma i problemi restano

di Giorgia Cardini

La decisione di eliminare i bus navetta dalla strada provinciale per il rifugio Gardeccia non smette di suscitare polemiche, mentre si registrano i primi disagi nei rifugi.

Il «Vajolet», a metà giugno, non ha potuto accogliere un gruppo di 35 escursionisti per due giorni perché alcuni di loro, finendo di lavorare tardi, non avrebbero fatto in tempo a salire in quota con gli impianti, aperti fino alle 18: e quindi hanno rinunciato.

Dal «Gardeccia», invece, domenica quattro ragazzi hanno dovuto scendere a piedi a valle in serata perché si erano attardati nel giro escursionistico scelto e quindi sono arrivati a funivia e seggiovie ormai chiuse. «Ma registriamo anche molte lamentele - precisa il gestore Marco Desilvestro - da parte di tante da persone che arrivano a piedi, mentre siamo preoccupati per le nuove fasce orarie in vigore da luglio. Se avessimo un’urgenza, non potremmo scendere né salire».

Ma se è presto, come osserva il gestore del «Vajolet», Fabio Bernard, per dire se gli affari ne risentiranno, la polemica sulle decisioni prese dal Comune di Sèn Jan è altissima e a darle fiato è stato nei giorni scorsi l’amministratore del gruppo Facebook «Catinaccio tra realtà, sogno e leggenda» (1.500 iscritti), che ama il gruppo dolomitico e lo frequenta da anni, come fotografo ed escursionista: «Ma sia chiaro; non ho interessi e non sono di qui, abito a Mestre», spiega.

Si chiama Tommaso Forin e, per capire come funziona la nuova gestione, a metà giugno è salito con la macchina fino alla frazione di Muncion, partendo da qui alla volta del Gardeccia alle 8.30 di mattina.
Prima sorpresa: «La strada invece che essere deserta, visto che non ci sono i pullmini, brulica di auto. D’altronde, non può essere altrimenti, con più di 400 permessi di accesso esistenti. Ma passi...». Però, guardando i parabrezza delle vetture in transito, Forin si è accorto che molte non esponevano alcun «pass».

«Quindi non ci sono controlli, anche dei tedeschi nei giorni scorsi hanno parcheggiato e sono andati per la loro strada. Il divieto dei pullmini alimenta il popolo dei furbi, facilitato dalla mancanza di controlli».
Conferma il gestore del Gardeccia: «C’è chi rispetta il divieto e chi fa finta di non vederlo e viene su lo stesso. Poi, dall’altra parte, abbiamo visto che se prima anche la gente del posto pigliava la navetta, ora magari si fa portare in quota dall’amico che ha il permesso di accesso».

Tra chi gode del permesso, ci sono tutte le famiglie di Pera, per la questione delle proprietà frazionali. E siccome la limitazione oraria ancora non c’è (da luglio, anche col permesso, si potrà accedere prima delle 10 e dopo le 16), le auto salgono e scendono a tutte le ore. «In conclusione - osserva a sua volta Forin - la strada è più frequentata che ai tempi dei pullmini».

L’alternativa «ecologica» alla salita in auto o navetta, scelta dall’amministrazione comunale, è quella degli impianti: o mediante le seggiovie Vajolet 1 e 2 (in funzione da sabato) o con la funivia Vigo-Ciampedie. Per le seggiovie, con un costo complessivo di andata e ritorno di 18 euro, per la funivia di 16 euro, contro i 10 euro delle navette, dice ancora Forin: «Togliendo il servizio dei pullmini, facendo un enorme regalo alla società che gestisce seggiovia e funivia, sarebbe stata cosa buona e saggia che il Comune, in cambio, ottenesse per i turisti una calmierazione dei prezzi. È ovvio che l’affluenza in questi servizi aumenterà: aumentando il pubblico il prezzo dovrebbe diminuire, logicamente. Invece no, il costo della funivia è salito di 1 euro rispetto al 2018, di 2 rispetto al 2016».

All’analisi costi «manca poi l’aggiunta del parcheggio per coloro che prendono la funivia a Vigo o che usufruiscono del parcheggio di Pera e prenderanno la navetta per Vigo». Vero, c’è il Panorama Pass per chi soggiorna in valle per più giorni, ma all’escursionista della domenica, magari trentino, chi pensa?

Insomma, per ora, più ombre che luci: con la consapevolezza, scrive ancora Forin, che «rimuovere il servizio di pullmino non è stato fatto per la pericolosità della strada (all’inizio venne presentato così, ndr), che continua a essere pericolosa per quei 400 fruitori dotati di pass e per gli abusivi; e non è stato fatto per motivi ecologici, dato che il traffico non è inferiore e le seggiovie non risultano essere un servizio più ecologico di un pullmino che passa ogni 30 minuti, considerato il numero di alberi tagliati per il loro passaggio e il rumore continuo che fanno».

Il post ha avuto 1.200 visualizzazioni, 65 condivisioni e ha raccolto 114 commenti. Sulla stessa pagina Fb, in gennaio, un sondaggio sul tema aveva portato a una percentuale di «no» al nuovo sistema pari all’85%.

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