Betoniere, ruspe e muri di sei metri: nel cuore verde del Lagorai ecco il cantiere del bacino Tresca

di Gigi Zoppello

L’ultimo via libera era arrivato un anno fa con una determina del Servizio a fune e piste da sci della Provincia. Ora il progetto del nuovo bacino artificiale in località «Buse di Tresca» diventa realtà con un grande cantiere che in questi giorni sta sconvolgendo la pace del Latemar: betoniere, ruspe, compressori e cemento armato avanzano velocemente, nel cuore del “Patrimonio dell’Umanità Unesco”, le Dolomiti.

Il bacino viene realizzato dalla società Obereggen Latemar con lo scopo di garantire l’approvvigionamento idrico della rete di innevamento programmato delle piste nella stazione sciistica di Gardoné-Predazzo, nel Comune di Predazzo.

L’invaso avrà una superficie di 15.000 metri quadrati ed una capacità di 60.000 metri cubi d’acqua; avrà una profondità di sette metri e riceverà l’acqua dalla diga di Soraga e dal troppo pieno del rio Gardonè.
Fin dai primi di dicembre sarà in grado di consentire il primo innevamento di tutte le piste nel giro di 72 ore.

L’iter del progetto si è sviluppato nel corso di questi ultimi mesi, con le varie relazioni riguardanti i profili idrici, strutturali e di sicurezza, ed aveva avuto il via libera del Servizio Turismo e del Servizio Dighe della Provincia per l’assenso preliminare previsto dalla disposizioni normative.

Come è noto, dopo una assemblea straordinaria dei «Vicini» la Regola Feudale aveva già deliberato di mettere a disposizione il terreno per la costruzione del bacino. Inoltre, è servita anche una deroga urbanistica al Piano regolatore di Predazzo poiché la struttura sarà realizzata a margine della attuale area sciabile.

Secondo il progetto, particolare attenzione viene riservata ai problemi della sicurezza ed ad un ottimale inserimento della struttura nel contesto territoriale. Fra le osservazioni, infatti, c’erano state le preoccupazioni per un eventuale evento catastrofico, dato che il bacino sovrasta la piana di Pampeago e - più a valle - Stava.

L’opera è progettata dall’Edilstudio di Cavalese.
La Variante al Piano regolatore di Predazzo ha previsto un’unica modifica rilevante, che è la modifica delle aree sciabili in località Gardonè.
La variante, oltre al bacino di innevamento, è finalizzata anche alla regolarizzazione della stazione di monte della seggiovia Tresca, che sale da Pampeago, attualmente esterna all’area sciabile.

Modificata anche la normativa che vietava le recinzioni per consentire la protezione dell’invaso. Il bacino sarà pieno d’acqua per la maggior parte dell’anno e i movimenti di terra saranno compensati fra scavi e riporti. Il cotico erboso sarà esportato e poi ricollocato sul fondo del bacino.

L’intervento previsto mira a razionalizzare e garantire l’offerta turistica dell’area nel periodo invernale. In particolare mira a garantire il primo innevamento dell’intera stazione di Gardonè e del collegamento con lo Ski Center Latemar in tempi certi.

La questione del nuovo bacino aveva avuto una lunga gestazione. Soprattutto la Regola Feduale di Predazzo, proprietaria dell’area su cui sorgerà aveva voluto vederci chiaro fino dal 2016. La Regola, riconoscendo l’importanza dell’opera, aveva voluto una serie di garanzie legate ad un impatto ambientale il più contenuto possibile, alla poca pendenza delle rampe esterne, al recupero del terreno derivante dallo scavo e redistribuito sul posto, ad una strada di accesso al cantiere che non sale da Predazzo ma da Pampeago.

Marco Lutzemberger, uno dei progettisti, per sottolineare soprattutto gli aspetti legati alla sicurezza e all’inserimento ambientale dell’opera, parlando con i regolani aveva detto: «Non si tratta di un capriccio ma di un investimento tanto pesante quanto necessario».

Non di secondo piano un altro aspetto: il bacino potrà servire (gli scongiuri sono d’obbligo) come funzione antincendio durante tutto il periodo estivo.

Il costo è pari a circa 9 milioni e mezzo di euro, ai quali si devono aggiungerne altri 2 milioni e 300 mila per il potenziamento dell’impianto di innevamento esistente. E’ previsto un contributo provinciale di 1,6 milioni, mentre è di 3 milioni il prestito avuto dalla Cassa Rurale Val di Fiemme.

A fianco del bacino sorgerà anche un nuovo ristorante e ski-bar, per il quale il Comune di Predazzo ha deliberato una deroga allo strumento urbanistico-edilizio per la costruzione, richiesta dalla Regola Feudale. La deroga riguarda la distanza (12 metri in più) rispetto a quella prevista (50 metri) dal Piano regolatore generale di Predazzo.

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