Dal 13 maggio le operazioni per lo svaso del bacino di Pezzè

di Mario Felicetti

«Lo svaso sarebbe bene che non ci fosse mai, anche se certe esigenze lo impongono».

Così lo Scario della Magnifica Comunità di Fiemme Giacomo Boninsegna ha aperto venerdì alle 18, nel salone centrale del Palazzo, l’incontro pubblico promosso dalla Provincia, dalla stessa Magnifica e dal Hydro Dolomiti Energia, per presentare il progetto «HyMoCares», predisposto, insieme alle Università di Trento e Bolzano, per studiare la fluitazione dei sedimenti, il loro impatto ambientale e lo specifico monitoraggio relativo allo svaso del bacino di Pezzè di Moena.

Ha salutato i presenti anche il dirigente dei Bacini Montani Dario Dara, prima di passare alle relazioni tecniche degli esperti, a partire da quella iniziale di Paolo Negri dell’Appa (Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente) che ha coordinato l’incontro, partendo dalla struttura generale del progetto, dai servizi ecosistemici e dalle linee guida. Negri ha anche ricordato le due stazioni di monitoraggio allestite una a valle di Moena, lungo la ciclabile, e una nella zona di Tesero, per il monitoraggio delle situazioni prima e dopo lo svaso e la puntuale verifica della qualità dell’acqua e delle condizioni della fauna ittica, oggetto di particolare preoccupazione da parte delle associazioni pescatori.

Subito dopo, per una significativa serie di appunti tecnici, sono intervenuti David Farb dell’Università di Trento sulla morfologia e  l’habitat fluviale e sulle misure da adottare per il calcolo della idoneità dell’acqua, Maurizio Righetti dell’Università di Trento, che ha parlato delle implicazioni biologiche dei fenomeni di svaso e delle strategie per ridurre i sedimenti, sottolineando l’importanza di una sinergia tra ecologia e ingegneria per la progettazione degli interventi, e Lorenzo Cattani di Hydro Dolomiti, che si è soffermato in dettaglio sulle modalità tecniche ed operative adottate per la fluitazione della diga di Pezzè, in programma dal 13 al 31 maggio.

In particolare ha ribadito il cambiamento delle modalità adottate per limitare al massimo l’impatto sull’ambiente e rendere compatibile la sicurezza della diga, alla continua ricerca degli equilibri migliori. La difficoltà principale, ha sottolineato, riguarda la situazione dell’acqua, che per adesso è positiva ma che potrebbe condizionare l’operazione.

Anche se, con le piogge abbondanti di questi giorni, questo pericolo sembra scongiurato. Lo svaso di Pezzè inizierà il 13 maggio alle 5 e si concluderà il 31. Ad esso faranno seguito una serie di controlli subito dopo lo svaso, dopo 45 e dopo 130 giorni. Particolare attenzione sarà riservata alla presenza di sedimenti davanti alla diga, dopo i disastri del 2018 ed alla rimozione dell’isolotto esistente a valle del parco pubblico di Soraga, come richiesto dallo stesso Comune, dal Comun General di Fascia e dalla Provincia. Sui vari temi, sono stati numerosi gli appunti e le richieste di chiarimenti da parte delle persone intervenute, in particolare da Bruno Crosignani, direttore dell’Ufficio Forestale di Cavalese, di Guido Piazza (ha giudicato troppo lungo il periodo dello svaso «che crea stress per i pesci» ed ha parlato della «necessità di recuperare la vivibilità della fauna scomparsa») del presidente della Federazione provinciale dei pescatori trentini Mauro Finotto (con la richiesta, tra l’altro, di «valutare meglio l’ammontare dei danni dovuti da chi li provoca») e della sindaco di Predazzo Maria Bosin, che ha richiamato i gravi danni provocati dall’uragano di ottobre. «Si è percepito - ha detto provocatoriamente - che cosa è successo l’anno scorso e che ha determinato una grande fragilità ambientale», chiedendo «maggiore sensibilità per i nostri territori».

«Non ci divertiamo a svuotare una diga - la precisazione finale di Cattani - ma altre soluzioni, per tenerla sotto controllo non ce ne sono».
Il 13 maggio è in programma una conferenza dei servizi per parlare del problema. Ma a quel punto, lo svaso sarà iniziato, per cui molti si sono chiesti a che cosa possa servire.

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