Traffico sui passi, la giunta non vuole alcun limite Gli ambientalisti protestano «Approccio preoccupante»

di Stefania Povolo

Domani la giunta provinciale dovrebbe assumere una decisione sulla regolamentazione del traffico sui Passi Dolomitici, ma l'orientamento emerso lunedì durante l'incontro a Canazei tra amministratori locali e l'assessore Roberto Failoni è quello di non porre più alcun limite, tornando indietro rispetto alle sperimentazioni degli ultimi due anni, per concentrarsi invece su soluzioni di lungo termine e di sistema.
Tra i grandi assenti al tavolo di queste settimane ci sono però gli ambientalisti, benché Luigi Casanova di Mountain Wilderness abbia, sulla tematica, idee chiare: «Da ambientalisti è da vent'anni che abbiamo sollevato il tema, e lo abbiamo studiato a fondo. Questo approccio ci preoccupa, e ci dispiace non avere diritto di parola in merito». 

Cosa vi preoccupa in particolare? «La crescente disattenzione alle tematiche ambientali sta facendo perdere molte opportunità, al territorio, ma anche alle realtà economiche stesse. Personalmente, come esercente sarei orgoglioso di proporre un ambiente silenzioso e sostenibile come valore aggiunto per i miei ospiti, e proporrei da subito una o due ore ogni giorno di chiusura del traffico sui passi del Sellaronda. Silenzio, natura e possibilità di visitare le nostre belle montagne senza il rombo dei motori che echeggiano magari sulle vie per i rocciatori e per gli escursionisti, oltre al caos e all'inquinamento in quota».  

Un'opportunità da cogliere non solo in termini di marketing, secondo Casanova, ma anche e soprattutto come buona pratica per quel marchio che tutela il territorio naturale come bene dell'umanità: «Proporre una visione più attenta e sostenibile è anche un buon esempio nei confronti del marchio Dolomiti Unesco, che pure pare interessi sempre di meno. Ho sentito rispondermi "che l'Unesco rimanga a Bruxelles" di fronte alle nostre sollecitazioni per un confronto. Sono davvero scoraggiato». 

Cosa augurarsi quindi da questo confronto tra le Province di Trento, Bolzano e la Regione Veneto che dovrebbe portare a una decisione domani? «Ancora presto per dirlo, ma ci auguriamo di sicuro maggior dialogo tra le parti in essere, soprattutto sulla tutela del territorio. Ci auguriamo che venga presa un'iniziativa seria e univoca, come poche ore al giorno, tutti i giorni di chiusura, ma soprattutto più attenzione e controlli da parte delle forze dell'ordine su traffico e rumori eccessivi sui nostri valichi: troppe moto tolgono illegalmente il terminale delle marmitte e troppo spesso i nostri sinuosi passi di montagna si trasformano in pericolose piste automobilistiche. E poi, ovviamente, ci auguriamo che nei prossimi incontro il tavolo di confronto si apra anche a noi ambientalisti».
Uno dei referenti istituzionali chiamati ufficialmente al tavolo di confronto valligiano, invece, è Celestino Lasagna , Conseier de procura del Comun General de Fascia che si occupa di viabilità, mobilità e trasporti nell'istituzione con sede a San Giovanni.  

«Credo sia emersa chiaramente la volontà da parte del territorio di ottenere un piano integrato e lungimirante per risolvere in modo efficace non solo il traffico sui passi, ma il problema viabilità in modo allargato a tutto il gruppo del Sella, in particolare in Fassa».
Cosa è stato proposto durante l'incontro? «Il nostro ruolo nell'incontro a porte chiuse è stato quello di evidenziare quanto queste sperimentazioni a spot non facciano bene al territorio e alla nostra comunità, ma che sia necessaria una visione che spazi dalla quota al fondovalle. Ecco perché credo sia stata ottima l'iniziativa di potenziare il servizio di trasporto pubblico su gomma, ora ogni quarto d'ora in alta stagione, ma di certo a Trento chiediamo di lavorare assieme sulla mobilità territoriale in modo più capillare».
Quali le iniziative? «Lunedì si terrà l'incontro del comitato costituito ad hoc per studiare i progetti da riavviare del cosiddetto Piano stralcio della mobilità di Fassa. Un documento programmatico approvato nel 2015 e mai più portato avanti dopo la creazione della tangenziale di Moena. Dove solo le altre tangenziali? Dove le rotatorie previste? Quando avremo la conclusione della ciclabile? Domande e progetti che abbiamo tutti pronti al riavvio, ma dalla Provincia dobbiamo avere una risposta chiara in merito di finanziamenti e budget assegnabile e tempistiche relative. Non è più tempo di aspettare». 

Quali sono state le risposte dall'assessore Failoni? «Piena disponibilità: entro il 22 marzo saremo in grado di concordare assieme un piano finanziario, e su quello progetteremo gli interventi possibili. Va discussa con la massima priorità anche la possibilità di dotarci di una mobilità alternativa, su rotaia o su funivia. Entrambe le alternative sono per noi possibili, anche se di certo il trasporto a fune ha l'innegabile pregio di preservare spazi del suolo altrimenti difficili da vincolare».
Tornando alla questione passi dolomitici, qual è la posizione del Comun general di fronte a iniziative come quella del pedaggio, della chiusura fissa o delle sperimentazioni fatte fino ad ora? «Di certo la vignetta non è una soluzione. È una possibile risorsa economica, peraltro complessa nell'organizzazione, ma non può essere (e le sperimentazioni in altre valli alpine lo dimostrano) una soluzione efficace per ridurre i problemi di traffico. Siamo aperti a soluzioni condivise, ma va considerato il tema mobilità su questo territorio, una questione non riconducibile solo ai passi d'alta quota».

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