Ferrovia, si analizza la sostenibilità dei costi

«Fattibilità e sostenibilità economica per le nuove ferrovie nelle Dolomiti: la Trento-Penia e la Bolzano-Cortina». E’ il tema di una serata informativa promossa da Transdolomites e dalla Sitc di Canazei, in programma martedì pomeriggio 23 ottobre alle ore 17 nella sala del Cinema Marmolada di Canazei.
 
«Un tema strategico - dice Massimo Girardi, presidente del Transdolomites - per una corretta valutazione della sostenibilità di un servizio ferroviario in ambiente montano a vocazione turistica. L’incontro - precisa - è stato programmato subito dopo le elezioni, allo scopo di lanciare un chiaro segnale al futuro governo provinciale. E’ importante sapere - sottolinea - che, con l’attivazione della linea ferroviaria del Brennero tra Verona e Innsbruck, inaugurata nel 1867, prese progressivamente avvio un processo di connessione con le valli laterali. Poi fu infatti la volta della Mar (Mori-Arco-Riva), della ferrovia della Valsugana, della Dermulo-Mendola e della Trento-Malè (nel 1909) alla quale seguì tra il 1916 ed il 1918 ,la Ora-Predazzo e, in parallelo, la progettazione della Lavis-Moena, poi non realizzata.
 
A queste ferrovie, si aggiunsero quindi le linee ferrate del Tirolo del Sud,  la Bolzano-Merano-Malles, la Bolzano-Caldaro, quelle della Val Gardena e della Val Pusteria e la Calalzo-Cortina-Dobbiaco, tanto per citare le più conosciute, facendo decollare anche l’economia turistica di questi territori. Poi purtroppo, dopo la fine della seconda guerra mondiale, iniziò un percorso inverso, con la chiusura di alcune ferrovie storiche locali (tra esse anche la Ora-Predazzo), seguita dallo sviluppo della rete stradale e da uno sviluppo smisurato della mobilità privata che ha compromesso la qualità dell’offerta turistica.
 
Ora comunque si apre una nuova finestra sulla storia, con l’avvio dei lavori di costruzione della galleria ferroviaria di base del Brennero, la cui apertura, prevista nel 2027, deve spingere da subito il Trentino a avviare una coraggiosa riflessione su come connettere le principali realtà del territorio con il corridoio del Brennero, attivando importanti investimenti e ripensando le strategie di trasporto pubblico locale. Se attualmente solo il 10% dei turisti raggiunge l’Euregio in treno, dopo l’apertura della galleria del Brennero, dovrà trasportare il 30%, forse anche il 40% dei turisti.
 
Ma la maggior parte dei centri turistici non è dotata di un efficiente servizio e le valli di Fiemme e Fassa ne sono un esempio lampante. Quindi bisogna guardare al futuro e per questo deve costituirsi una classe politica e dirigenziale che abbia la saggezza e le capacità di una visione che guardi ad un traguardo temporale tra il 2030 ed il 2050. Anche la società civile deve essere in grado di ragionare con visioni di ampio respiro ed è proprio ad essa che si rivolge Transdolomites in molte delle sue azioni.  La domanda a questo punto è una sola: ipotizzare la costruzione di una rete di ferrovia per il trasporto regionale nelle Dolomiti è una proposta sensata o un libro dei sogni?».
 
Per cercare di dare qualche risposta, martedì sera saranno chiamati ad esprimersi alcuni ospiti importanti, come Helmuth Moroder, coordinatore del progetto della Sad per la ferrovia Bolzano-Cortina, attraverso le valli Gardena e Badia, Ferdinando Stanta, esperto di economia dei trasporti che parlerà in merito alla Trento-Penia, analizzandone gli aspetti di gestione finanziaria e di ricaduta sul territorio, e Carlo Guardini,. «Le Dolomiti connesse con tutto il mondo non sono un’utopia - conclude Girardi - ma il risultato della presenza di due binari che faranno la differenza rispetto alla strada».

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