Sei bambini «non conformi» Moena, polemica all'asilo

La manifestazione indetta da alcuni genitori in occasione del mancato primo giorno di asilo dei propri figli alla scuola Materna di Moena, benchè sia stata smantellata in pochi minuti l’altro ieri, non smette di far parlare, sia da parte dei genitori, che da parte della scuola, che pure non vuole commentare quanto accaduto.

«Abbiamo seguito la normativa prevista - è il commento laconico del presidente Giacomo Vadagnini, l’unico che ha risposto alle nostre domande.

Chi invece si dimostra disponibile a parlare, è il gruppo i genitori dei sei bimbi che non hanno potuto varcare il cancello, perchè iscritti in un elenco di non ammessi.

«Non abbiamo avuto nessuna informativa personale, nessun incontro o colloquio di persona. Una circolare prestampata intestata ai genitori e un elenco in mano ai maestri, che lunedì mattina vigilavano che i nostri figli non oltrepassassero la soglia» è il commento dell’avvocato Manuela De Pellegrini, mamma moenese che ieri ha visto la propria bimba «non conforme» perchè non vaccinata.

«Non abbracciamo alberi, non siamo fanatici, e ieri abbiamo apprezzato moltissimo i confronti costruttivi con i tanti genitori che si sono fermati a parlare con noi. Semplicemente siamo famiglie che hanno già pagato un prezzo alto di vite umane per le reazioni avverse da vaccino, o siamo costretti a gestire complicazioni sanitarie che non ci permettono, anche moralmente, di sottoporre i nostri figli a questa specifica procedura medica».

«Per mia figlia non è stato un gran problema. Le ho spiegato che non ha iniziato ad andare a scuola perchè la regola richiedeva di prendere una medicina che io ho deciso di non darle. E’ facile parlare ai bambini, meno è trovare un dialogo tra adulti».
Al fianco di questi genitori ci sono anche famiglie con bambini vaccinati che non trovano corrette le modalità normative, e che hanno deciso di ritirare i propri bambini dalle scuole dell’infanzia per protesta.
«Adesso stiamo cercando degli spazi e delle modalità che non infrangano la legge ma che permettano ai nostri bambini di giocare e di stare assieme, aspetto importante in questa fascia d’età» aggiunge De Pellegrini, che assieme alle altre mamme e papà, sta lavorando per ricercare nella comunità le risorse e l’appoggio per l’istituzione di uno spazio di svago a prova di bimbo.

«La comunità sta già rispondendo in modo egregio, ma certo una ludoteca di questo tipo, aperta a tutti i bambini, mattino e pomeriggio e piena di attività, rischia di incorrere in costi importanti.
Abbiamo già trovato uno spazio ad uso gratuito e molti educatori, maestri e professionisti hanno proposto di darci una mano. Un costo in più per le famiglie non sempre è accessibile per tutti, quindi stiamo lavorando con la comunità per trovare appoggi e supporti, che so non tarderanno ad arrivare».

Come vi sentite ad essere fuorilegge? «In quanto avvocato non posso che essere rammaricata da questo contesto, ma se il quadro giuridico può essere aggiornato, approfondito e valutato nelle giuste sedi, ciò che mi rammarica di più è la gestione poco chiara da parte delle istituzioni dei casi specifici come i nostri. Terribile vedere in una comunità l’indolenza dell’alzata di spalle. Ognuno di noi se si mette in dialogo senza fare schieramenti da stadio calcistico, potrebbe fare molto».

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