Il lupo fra controlli e contenimento

di Mario Felicetti

C’è molta attesa nelle valli di Fiemme e Fassa per la serata di oggi - venerdì 13 ottobre - a Cavalese, nella Sala del Lettore del Palacongressi, organizzata alle 20.30 dalla Magnifica comunità di Fiemme e dalla Comunità territoriale.
Si parlerà del lupo e delle possibili iniziative da adottare per contenere e controllare la presenza di questo predatore sulle nostre montagne, dopo gli episodi drammatici degli ultimi tempi, che hanno messo in allarme gli allevatori e creato non pochi interrogativi sul futuro del’economia agricola e zootecnica, ma anche di un turismo che potrebbe risentirne in maniera significativa.

Ne parleranno, stasera, dopo l’introduzione dello Scario Giacomo Boninsegna, il parlamentare europeo Herbert Dorfmann (lo scorso 24 marzo, in un incontro presso il palazzo della Magnifica, era stato chiarissimo, affermando che «dove c’è il lupo non c’è più pascolo, perché le due cose sono incompatibili»), gli assessori provinciali Michele Dallapiccola (lunedì sera a Canazei per lo stesso motivo, senza nascondere la preoccupazione di fronte alla necessità di tutelare il comparto zootecnico e, nel contempo, dal fatto di avere le mani legate dalle leggi attuali) e Mauro Gilmozzi e il dirigente provinciale Claudio Groff, mentre le conclusioni saranno tirate dal presidente della Comunità territoriale Giovanni Zanon.
Sarà dato spazio anche ai più che probabili interventi del pubblico, il momento forse più delicato dell’incontro. Tanto per chiarire, è interessante conoscere alcuni dati relativi allo stato degli alpeggi nelle due valli.

In Fiemme sono 736 le mucche da latte alpeggiate sulle nove malghe presenti, sette delle quali svolgono anche attività agrituristica, mentre sono 1.568 i capi di bestiame giovane, 186 gli equini, 300 le capre da latte alpeggiate a Malga Agnelezza e ben 6.368 i capi ovicaprini distribuiti sulle 5 malghe disponibili, oltre che nelle zone montane del Lagorai e del Latemar, senza fare riferimento ad una specifica struttura di malga. La superficie totale alpeggiata è pari a 4.015 ettari. Per quanto riguarda la valle di Fassa, vengono alpeggiate 446 mucche da latte su 10 malghe, 1.760 capi di bestiame giovane, 245 cavalli e 1.094 capi ovicaprini.
La superficie alpeggiata è di circa 3.213 ettari.

Dati che confermano la presenza di un’attività zootecnica particolarmente significativa, che consente anche di mantenere in modo ottimale i pascoli ed in generale il paesaggio di montagna. Quest’anno, oltre alla scarsità di foraggio dovuto alla siccità, si è dovuto affrontare anche il problema dei lupi, protagonisti di ripetuti attacchi al bestiame alpeggiato. Se non si troverà una soluzione al problema, hanno ripetuto anche recentemente gli allevatori, specialmente nel corso della mostra zootecnica tenuta a Masi di Cavalese a fine settembre, ci sarà il rischio concreto di abbandonare pascoli e malghe, con serie ripercussioni sull’attività e sulla gestione del territorio. Sarà sicuramente anche questo uno dei temi centrali dell’incontro. E non è davvero un problema da poco.
La Provincia, come ha confermato l’assessore Dallapiccola lunedì scorso a Trento allo stesso Zanon, che lo ha incontrato assieme alla sindaco di Predazzo Maria Bosin e al presidente della Malghe e Pascoli Ivo Mich, si sta adoperando per trovare soluzioni adeguate, per altro legate a filo doppio ad auspicabili modifiche di carattere legislativo. E questo è senza alcun dubbio lo scoglio maggiore.

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