«La soluzione è la ferrovia»

di Mario Felicetti

Risponde immediatamente Massimo Girardi di Transdolomites alle osservazioni di Fausto Lorenz, presidente dell’Apt di Fassa, a proposito della richiesta (l’Adige del 13 settembre) di allargare la statale 48 delle Dolomiti, creando una corsia preferenziale per gli autobus, e di collegare i paesi mediante impianti a fine sul fondovalle.

Che la situazione della mobilità in valle sia critica, a causa dell’eccessivo carico del traffico stradale, sottolinea Girardi, Transdolomites lo dice da anni, fin da quando, nel 2004, ha promosso una notevole serie di eventi pubblici, con esperti nazionali ed internazionali, destinando questi eventi pubblici ai politici, ai professionisti ed alla cittadinanza. Purtroppo, conferma in un lungo comunicato, «i soggetti che troppo spesso sono mancati sono stati i decisori politici delle valli ed i rappresentanti delle associazioni economiche di categoria, che non si sono mai adoperati per avviare sul territorio un percorso,partecipato e coinvolgente». Per poi ribadire ancora una volta che «alla ferrovia delle valli dell’Avisio non esistono alternative», come si dice nel documento di sintesi di Euregiolab 2017 sulla mobilità sostenibile nelle regioni alpine, dove si parla esplicitamente anche delle valli di Fiemme e Fassa.

Esprime poi grosse perplessità sulle corsie preferenziali per autobus e sugli impianti a fine nel fondovalle, «mettendo in concorrenza due sistemi di trasporto pubblico che si annullerebbero a vicenda e generando solo sprechi e costi di gestione». Senza dimenticare «il consumo di territorio ed il fattore delle emissioni, prodotte anche dai mezzi pubblici su gomma, i vincoli urbanistici e di servitù sul territorio, il problema paesaggistico, l’impatto visivo, i piloni, la ridotta velocità delle cabine rispetto a quella di un treno, «La posa di un binario» sottolinea «sarebbe molto meno invasiva e non dividerebbe la valle, incentivando l’uso del mezzo privato».

Inoltre, aggiunge, «la soluzione prospettata per Fassa è di fatto isolazionista, mentre i nuovi progetti di trasporto pubblico devono puntare ad essere interconnessi con i servizi di mobilità nazionali ed internazionali». Nelle nuove politiche programmatiche, ribadisce «la ferrovia viene indicata come fattore fondamentale anche per il futuro del turismo».

E per l’immediato? Girardi indica alcune cose concrete da fare, messe sul tavolo da anni: investire subito i 100.000 euro che la Provincia ha messo a disposizione per il progetto di fattibilità della ferrovia dell’Avisio; continuare col potenziamento del trasporto pubblico all’interno delle valli e dalle città alle valli; attivare partnerariati di collaborazione con i servizi delle frecce, Eurocity e Italo ed i transfert verso le valli; attivare nei vari Comuni il servizio di carsharing. A proposito dei finanziamenti, Girardi è drastico. «Raccontare che non ci sono soldi per simili operazioni, diciamolo una volta per tue, è una grande frottola», ribadendo «l’eccesso di liquidità dell’Unione Europea per la forte riduzione di progetti» e dicendosi convinto che «la disponibilità è nell’ordine di alcune migliaia di miliardi di euro che stanno marcendo perché non si sa come utilizzarli. Il vero problema - conclude - è solamente politico, ossia la volontà di concretizzare le idee in progetti, mentre si tira a campare senza nulla decidere».

Convinto comunque che, in vista anche del 2018, «sarà questo il tema fondante della campagna elettorale». Fiducia ben riposta o mera illusione? Staremo a vedere. 

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