Cavalese, Casanova attacca «Ospedale ucciso dai politici»

Casanova: una morte lenta e pianificata dalla Provincia così per il ministero è stato facile «staccare la spina»

L’ospedale di Fiemme? «È stato ucciso dai politici. Non c’è altro da dire». È una riflessione amara quella di Luigi Casanova, ambientalista (il suo nome fa rima con Mountain Wilderness )e conoscitore della valle.

«La pubblica opinione - dice Casanova - è chiamata a prestare attenzione al punto nascite, alla mammografia spostata a Trento. Su questi aspetti si accendono gli animi e la discussione.

Un ospedale non muore perché perde queste specialistiche. L’ospedale di Fiemme è stato portato scientificamente alla morte dalla logica ragionieristica dei dirigenti dell’azienda Sanitaria, dalla volontà dell’ordine dei medici di accentrare il più possibile i servizi su Trento e Rovereto, dai politici, in particolare dal Pd, sempre più accentratore.

Ha un ben dire il presidente del Consiglio provinciale del Trentino nel parlare di partito territoriale. Parole prive di senso. Se un partito che investe nel territorio, come dovrebbe fare il Pd, come da logica ci si sarebbe aspettati dal cuore del Patt, non riesce a difendere i servizi delle valli, questi partiti hanno fallito la loro missione, il loro scopo di esistere».

Per Casanova «Cavalese è stato distrutto lentamente, privandolo di servizi di eccellenza offerti dal suo laboratorio di analisi, non offrendo vita al servizio di traumatologia, limitando il lavoro delle sale chirurgiche dalle 8 alle 18, lasciando il pronto soccorso soccombere nella mancanza di spazio vitale di lavoro, non investendo, da anni, in un servizio di fisioterapia e di riabilitazione che abbia un minimo di decenza.

Dal 2000 attendiamo una ristrutturazione muraria dell’edificio ospedaliero: mai visto niente. Prima si stanziano 13 milioni, poi diventano 8, infine 5. Si rilancia, nel 2016, verso una nuova struttura del costo di 30 milioni. Annunci sostenuti dai quattro politici di valle, tutti di area di maggioranza, Mauro Gilmozzi, Piero Degodenz, Graziano Lozzer, Beppe Detomas.

Politici presenti alle manifestazioni, in modo opportunistico, perché si sono dimostrati incapaci, o ad essere benevoli inefficaci nel difendere l’operatività minimale del loro ospedale».

Quindi per Casanova «la ministra Lorenzin, banale ragioniera governativa, ha avuto buon gioco nel decidere la soppressione del reparto nascite dell’ospedale: l’inerzia dei politici locali, dei sindaci nel mantenere operativa la struttura, le hanno permesso tale grave decisione».

Perché «perdere il reparto nascite è grave, ma è molto più grave aver depotenziato la credibilità intera del nosocomio di Fiemme. Non si è solo tolto un servizio alla popolazione locale, anche ai ladini di Fassa signor Detomas, non si è privato solo il turismo di un servizio indispensabile, in questi decenni all’interno dell’ospedale si sono persi posti di lavoro di alta qualità, si sono perse professionalità specifiche, si è impoverita, dequalificata la valle dell’Avisio. Definitivamente.

Tutto questo ha avuto uno scopo ben preciso: potenziare l’offerta sanitaria privata, specialmente in traumatologia, in riabilitazione e ora anche nel servizio di analisi, guarda caso con il laboratorio Adige diretto da un dirigente pensionato dell’Azienda sanitaria».

Privare la periferia delle montagne di servizi sociali tanto importanti «significa preparare la dequalificazione intera dell’offerta e della qualità del vivere delle nostre valli. Chi parla tanto di territorialità riesce ad offrire a questa provincia, dotata di autonomia specifica e forte, una progettualità che esca dalla banale elargizione di fondi pubblici a settori dell’economia sempre più in sofferenza?

Penso allo sci. E sono capaci di offrire una progettualità sociale, che esuli dalle politiche dei tagli, e rafforzi il sistema e la qualità del vivere di tutti, non solo di quanti abitano nei grandi centri, Trento e Rovereto?» conclude Luigi Casanova.

Domenica prossima l’assessore provinciale alla salute Luca Zeni sarà a Cavalese per un incotnro con la popolazione: un confronto che si prospetta incandescente.

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