Girardi (Transdolomites): «La val di Fassa ostacola la riduzione del traffico e la nuova mobilità sui passi»

S’infiamma il dibattito sulla regolamentazione del traffico sui passi dolomitici, con Transdolomites che parla di anarchia, incoerenza e di «una mancanza totale di responsabilità, considerato che il prossimo autunno ci sarà la visita del commissario Unesco per il rinnovo del riconoscimento delle Dolomiti Patrimonio dell’Umanità».

Appena archiviata la Maratona dles Dolomites, con migliaia di ciclisti a percorrere le strade della val Badia, di Fassa, dell'Ampezzano e dell’Agordino, e dopo l’effettuazione dei test europei delle moto Yamaha sui nastri d’asfalto della valle ladina, Transdolomites scende il campo con il suo presidente Massimo Girardi, secondo il quale questi accadimenti sono «l’ennesima dimostrazione dell’anarchia e della mancanza di coerenza di come si intende gestire il Patrimonio Unesco a pochi anni dal suo riconoscimento».

È la cavalcata dei giornalisti specializzati provenienti da tutta Europa sulle moto Yamaha ad indignare Girardi che scrive «se "il ritorno di immagine che la Val di Fassa vuole offrire esaltando in questo modo l’ambiente dolomitico" siamo convinti che questa non sia la migliore delle soluzioni da adottare».

Rammentando quindi la prossima visita del Commissario Unesco per il rinnovo del riconoscimento, continua: «Poiché sul rinnovo di questa certificazione il tema della gestione della mobilità pesa come una spada di Damocle, mi chiedo se sono queste le credenziali che la valle di Fassa intende offrire!

Mentre nelle valli Gardena, Badia, e nel Veneto anche in previsione del sopralluogo Unesco il dibattito sulle progettazioni delle nuove ferrovie dolomitiche procede serrato e con il Ministero dei Trasporti ci si accorda, la valle di Fassa deve ancora battere un colpo.

Fare turismo non significa tirare dentro di tutto o di più tanto per riempire letti.

In Sudtirolo, come in altre realtà alpine, l’obiettivo è promuovere il turismo 365 giorni all’anno e la scelta è caduta con convinzione sull’offerta della nuova qualità della mobilità fatta dall’andare a piedi, in bici, treno, mezzi pubblici, mentre la prospettiva che in Fassa si continua vedere come futuribile è un minestrone fatto di motori».

«Nessuno - continua Girardi - è maestro di coerenza, ma se ben ci guardiamo attorno, ciò che sta crescendo è la consapevolezza e del valore del patrimonio naturalistico e di quanto esso rappresenta in termini di potenziale per un turismo dolce. La Valle di Fassa dispone in questi termini di un patrimonio di un valore incalcolabile ed ancora non se ne é resa conto.

Faccia riflettere su quale e quanto lavoro spetta alla valle di Fassa per comprendere il vero valore naturalistico che rappresenta il suo territorio, e quante opportunità sono legate ad una nuova offerta di mobilità dolce e pubblica.

Mentre in valle di Fiemme da anni d’estate si tengono due giornate senza auto e anche la valle di Cembra si muove con convinzione in questa direzione, perché Fassa non ha ancora pensato che magari unirsi in questo tipo di esperienza sarebbe una grande opportunità?

E non sarebbe magari i caso di pensare a sottoscrivere con i vettori ferroviari di Trenitalia e Deutsche Bahn degli accordi di partenariato in modo che il treno sempre più sia il mezzo utilizzato per arrivare alle città di Trento e Bolzano e con i transfert pubblici e privati il turista venga poi portato in valle? Noi queste proposte da settimane le abbiamo depositate in forma scritta alle Apt di Fassa e Fiemme ma siamo ancora in attesa di riscontro, mentre già da maggio il sottoscritto ha incontrato Deutsche Bahn per promuovere queste operazioni».

Ma soprattutto, conclude Girardi di Transdolomites, «quanto dovremo ancora attendere perché chi di dovere si renda conto che la soluzione finale del problema traffico sarà la ferrovia delle valli dell’Avisio?».

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