Cavalese, il bimbo nasce con l'ostetrica L'elicottero non poteva arrivare in tempo

di Roberta Boccardi

Non si può pretendere che l’elisoccorso sia sempre la soluzione di problematiche e carenze organizzazzative. Come altro definire, altrimenti, quello che sta accadendo nei punti nascita periferici dove è vietato nascere dopo le ore 18? Quanto successo l’altra sera a Cavalese ne è un esempio: una mamma di Tesero arrivata in ospedale alle 21.55, già in una fase avanzata di travaglio, ha dato alla luce il suo terzo figlio con l’ostetrica, l’unica figura presente in reparto per l’assistenza al parto, perché l’elisoccorso non è riuscito ad arrivare in tempo. 
 
«Come nell’Ottocento» si potrebbe dire per deprecare l’accaduto, se non fosse che il parto è stato assolutamente naturale, e mamma e neonato stanno bene. Ma è tutto quello che ci sta dietro che non va bene. A cominciare dal panico che pare si sia scatenato all’arrivo della partoriente «fuori orario» in ospedale con richiesta di intervento dell’elisoccorso per il trasporto a Trento nel caso ce ne fosse stato il tempo, e in alternativa di invio della squadra volante, che già è composta da un’équipe medica con rianimatore e infermiere, rinforzata da ginecologo, neonatologo e neanche dirlo con termoculla al seguito. D’altronde queste sono le disposizioni aziendali date per sopperire alla mancanza di anestesisti, ginecologi e pediatri nei piccoli ospedali di valle. 
 
Una volta in ospedale l’èquipe medica non ha potuto che constatare che il lieto evento era già avvenuto, e che tutto andava bene. Alla mamma è stato comunque proposto il trasporto a Trento in via precauzionale, ma lei stessa si è fermamente opposta, firmando per restare a Cavalese con il suo bambino, anche per essere più vicina alla famiglia e agli altri due figli rimasti a casa a Tesero. 

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