«Chiusura del punto nascite? Pronti a marciare su Trento»

di Roberta Boccardi

Amarezza, condivisione degli obiettivi da raggiungere e assoluta fermezza. Questi i sentimenti che hanno animato il Consiglio della salute della Comunità territoriale di Fiemme, riunito l'altra sera con la partecipazione anche della procuradora del Comun General de Fascia, Cristina Donei , accompagnata dal consigliere provinciale ladino Giuseppe Detomas . Una presenza importante, a fianco dei politici di riferimento locale, con l'assessore provinciale Mauro Gilmozzi in testa, e i consiglieri provinciali Pietro De Godenz e Graziano Lozzer . Tutti i sindaci hanno dato voce all'amarezza e allo scontento delle vallate «considerate dalla Provincia territori di serie B», condividendo la posizione più volte espressa dal presidente della Cdv Raffaele Zancanella e dall'assessore alle politiche sociali Alberto Casal.


«È stato ribadito con forza che si ritiene il ridimensionamento (con il primario a scavalco) o l'eventuale chiusura del Punto nascite di Cavalese una penalizzazione inaccettabile per il territorio - riferisce Zancanella -, e questo lo andremo a dire di persona all'assessora Borgonovo Re: per la conformazione del territorio, per le distanze e per le condizioni meteo avverse, il rischio di mortalità per la madre e il nascituro potrebbe essere molto elevato, per cui riteniamo che ci siano tutti i presupposti, anche finanziari, per mantenere il punto nascite dell'ospedale di Fiemme in perfetta efficienza».


Il mandato di concordare un incontro a brevissimo termine con l'assessora provinciale alla sanità, Donata Borgonovo Re, è stato affidato al collega Gilmozzi e ai consiglieri provinciali espressione delle due valli dolomitiche, che ben conoscono le difficoltà di un trasporto in emergenza. «Far nascere i bambini nell'ospedale di riferimento del proprio territorio, qual è quello di Cavalese per la Comunità di Fiemme, - continua Zancanella - è un atto di civiltà dovuto. E da parte dei "politici" presenti all'incontro c'è stata piena condivisione degli obiettivi da raggiungere, con l'assicurazione che il loro impegno sarà assoluto affinché questo nodo venga risolto. Questo chiediamo con forza e difficilmente accetteremo soluzioni diverse».


La maternità dell'ospedale di Cavalese, insomma, va mantenuta in piena efficienza, ma bisogna tenere conto anche dei 18 mila accessi annui al Pronto soccorso di Cavalese, che stridono con la previsione di un ridimensionamento dell'attività di chirurgica.
«Un esame di quello che è possibile e di quello che non lo è, sapendo che la sanità è un costo netto, va fatta - continua il presidente Zancanella -, però nella decisione sui costi sopportabili queste considerazioni devono entrare. Altrimenti come si misura il livello di civiltà di un territorio? Dal numero di Ipad e telefonini o dalla presenza di servizi sanitari che mettano in condizione la gente di vivere con un minimo di sicurezza?»
Dopo le 15 mila firme, si riparte dall'incontro con l'assessora, «poi se necessario marceremo su Trento».

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