Una donna si dà fuoco in ospedale e muore

di Patrizia Todesco

Un drammatico episodio si è verificato nei giorni scorsi in val di Fiemme. Una donna, già ricoverata per un tentativo di suicidio, si è data fuoco nel reparto di medicina dell'ospedale di Cavalese ed è morta pochi giorni fa dopo essere stata trasferita con l'elicottero al Centro grandi ustionati di Genova.

Ora su questo decesso stanno effettuando accertamenti i carabinieri che devono verificare eventuali responsabilità legate alla mancata vigilanza nel corso del ricovero.
La donna, residente in val di Fassa ma di origini straniere, era arrivata all'ospedale dopo un primo tentativo fallito di togliersi la vita.

Una situazione delicata non tanto dal punto di fisico, quanto psicologico. Una fragilità di fondo che era stata subito intercettata, ma probabilmente difficile da gestire. Per questo, stando ai primi accertamenti effettuati dai carabinieri, l'ospedale aveva fatto firmare un documento ai familiari con il quale gli stessi si erano assunti la responsabilità e l'obbligo di vigilare giorno e notte la donna, onde evitare altri atti di autolesionismo.

Nonostante questo controllo, nel corso di una notte la signora è riuscita a darsi fuoco nel letto della stanza dove era ricoverata. Un episodio decisamente drammatico per lei ma anche per gli altri ricoverati e per il rischio che ha corso la struttura. Appena si sono accorti di quanto era accaduto sono intervenuti i sanitari ma le ustioni riportate dalla donna sono state particolarmente gravi.

È stato necessario l'immediato trasferimento al centro grandi ustionati di Genova dove però la donna è giunta già in gravissime condizioni. Purtroppo i medici non sono riusciti a salvarla e la donna è spirata pochi giorni fa. Ora su questo decesso stanno cercando di fare luce i carabinieri di Cavalese anche se in realtà la morte è avvenuta in Liguria. Sembrano al momento escluse responsabilità da parte dell'ospedale mentre sono in corso accertamenti per stabilire se la donna, quella sera, era stata lasciata sola potendo così mettere in atto il suo piano mettendo però in serio pericolo anche l'incolumità di altre persone.

Va comunque detto che, come stabilito da una circolare ad hoc diffusa dal ministero della salute ancora nel 2008, l'ospedale dovrebbe essere attrezzato, sia con dispositivi di sicurezza sia con personale preparato, per individuare e gestire al meglio le persone ritenute più a rischio.

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