Autonomie montane calpestate L'Europa valuta il caso Belluno

Il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa arriva in Italia e si prepara a valutare il caso Belluno, la provincia dolomitica che da decenni chiede - inascoltata - una forma di autonomia

Il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa arriva in Italia e si prepara a studiare il “caso Belluno”: l’appuntamento è per giovedì 23 marzo a Venezia e al tavolo di confronto è stato chiamato anche il movimento Belluno autonoma Regione Dolomiti.

Il risultato di un lavoro iniziato nel 2015 dal movimento grazie all’invio al congresso di un esposto: titolo del documento, “Le politiche dello Stato italiano violano la Carta europea delle autonomie locali”.

L’incontro approfondirà la situazione bellunese: sotto la lente della delegazione – si legge nella lettera di invito - finiranno tra gli altri “le riforme e gli sviluppi relativi all’auto-governo locale e provinciale, in particolare sullo status specifico della provincia interamente montana di Belluno; le competenze degli enti locali e provinciali; la cooperazione e la distribuzione delle responsabilità tra la provincia di Belluno e la regione Veneto; la situazione finanziaria delle autorità locali e provinciali; le condizioni dei rappresentanti eletti locali e provinciali e la loro compensazione finanziaria”.

I delegati, un rappresentante olandese ed una spagnola, analizzeranno con il Bard, la Presidente della Provincia e i sindaci la situazione dell’autogoverno locale a Belluno, alle luce delle indicazioni della Carta Europea delle Autonomie Locali; al termine dell’incontro, verrà stilato un rapporto e una lista di “raccomandazioni sulla democrazia regionale e locale” che verrà sottoposta alla votazione del Congresso nella sessione          di ottobre.

«È un evento e un’opportunità unica: – spiega la presidente Alessandra Buzzo, che sarà presente all’incontro – la questione bellunese arriva sotto la lente dell’Europa, finalmente potremo spiegare senza filtri qual è la situazione del nostro territorio, il quadro economico drammatico delle nostri istituzioni locali, il fallimento della riforma delle Province, la problematica di un’area interamente montana, confinante con l’estero e stretta tra realtà confinanti autonome.

Sarà l’occasione per sollecitare il ripristino dei finanziamenti agli enti locali, ma anche per chiedere che venga riconosciuta concretamente la specificità di quest’area montana; chiederemo il rispetto della Carta delle Autonomie Locali e della Costituzione italiana, con la cancellazione della legge Delrio e il ritorno all’elettività. In Europa, molte riforme sono state introdotte dagli stati membri sulla base delle raccomandazioni del Congresso, inidividuate ed approvate proprio dopo questi monitoraggi. Questa può e deve essere la svolta per la nostra provincia».

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