«La pelle dell’orso», per Paolini set sulle Dolomiti bellunesi

La storia di un padre e di un figlio tredicenne, del loro difficile rapporto, del loro incontrarsi nei momenti di una lunga caccia a un orso che fa strage di animali: attorno a questi fili si muove il film «La pelle dell’orso», con protagonista  Marco Paolini, le cui riprese iniziano oggi, lunedì, negli ambienti affascinanti e selvaggi della val di Zoldo, nel Bellunese.

Il film è diretto dal regista padovano Marco Segato e, oltre a Paolini, che a Belluno è nato,vedrà tra gli altri protagonisti Lucia Mascino e il giovane Leonardo Mason, alla sua prima esperienza cinematografica. L’opera è prodotta dalla Gioelefilm.
La troupe resterà in val Zoldana per sette settimane e il lungometraggio si annuncia anche come un viaggio nella natura e negli scenari delle Dolomiti con - è stato ricordato - il momento di riscatto del padre e il passaggio alla vita adulta del figlio adolescente.

«L’uomo e l’orso di questa storia - ha detto Paolini - sono due selvaggi, due esemplari di specie in via di estinzione, residui del passato che sembrano non trovare più posto nel loro presente. Si affrontano, si combattono, ma si assomigliano.
Anche nel loro destino».

«Le prove della vita non si superano senza coraggio - ha detto il regista - il coraggio non solo per combattere l’orso ma anche la paura del futuro».

Per il produttore Francesco Bonsembiante, la sfida è quella di realizzare un film per il grande pubblico di adulti e bambini: «un’avventura emozionante, ricca di colpi di scena dove il piccolo uomo affronta la grande bestia».

Le riprese prevedono in scena anche un vero orso. Il soggetto del film, che è tratto da un romanzo di Matteo Righetto, è ambientato a metà degli anni Cinquanta.

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