Verso l'autonomia bellunese, ecco la proposta di legge

di Zenone Sovilla

Primo passo concreto verso l'agognato autogoverno per il territorio alpino del Bellunese. Come previsto dall'accordo elettorale fra il Pd e il movimento Belluno autonoma Regione Dolomiti (Bard), è stata depositata la proposta di legge che fissa alcuni punti rilevanti a proposito della riforma delle istituzioni nella vicina provincia dolomitica. Il testo, presentato alla Camera, porta la firma dei deputati Roger De Menech (bellunese, segretario del Pd veneto e già sindaco di Ponte nelle Alpi), Daniel Alfreider (Svp), Enrico Borghi (Pd) e Lorenzo Dellai. Quest'ultimo, ex presidente della Provincia autonoma di Trento, si era già speso nel gennaio scorso a favore dell'introduzione di un ordinamento differenziato nelle province a statuto ordinario interamente montane, ma il suo emendamento all’articolo 30 della legge di riforma costituzionale era stato bocciato.

Ora una svolta, che se andasse a buon fine segnerebbe un passaggio storico in termini di riconoscimento delle esigenze specifiche di governance delle «terre alte», di fronte al rischio di una crescente omologazione a politiche calibrate sui bisogni delle pianure e delle aree metropolitane. Nel caso di Belluno, che ospita anche una significativa presenza di minoranze linguistiche (ladine e germanofone), si tratta fra l'altro di dotarsi di forme di potere locale che rendano sostenibile e fruttuoso il rapporto collaborativo con vicini di casa già dotati di strumenti istituzionali importanti, come le due Province autonome di Trento e Bolzano, ma anche i territori austriaci confinanti con il Cadore.

La proposta di legge modifica un articolo della legge Delrio che ha riformato le Province ordinarie lasciando qualche margine di manovra, appunto per quelle interamente montane e confinanti con l'estero (Belluno, Sondrio e Verbano-Cusio-Ossola).

Su questa base si prevede ora che venga restituito ai cittadini il diritto di eleggere consiglio e presidente della Provincia (dopo la riforma Delrio votano solo gli eletti nei municipi) e che si dia corso a una riorganizzazione amministrativa attraverso organismi di vallata collegati con l'ente elettivo di area vasta. L'architettura autonomistica che prende corpo via via nel Bellunese, infatti, pare molto attenta a un'idea di rappresentanza equilibrata delle varie comunità nell'ente di coordinamento.

A quest'ultimo, nel frattempo la Regione dovrà innanzitutto trasferire le deleghe, come previsto dalle nuove norme in vigore ma non attuate sulla specificità della Provincia dolomitica (funzioni in materia di politiche transfrontaliere, minoranze linguistiche, governo del territorio e tutela del paesaggio, risorse idriche ed energetiche, viabilità e trasporti, foreste, caccia e pesca, sostegno e promozione delle attività economiche, dell’agricoltura e del turismo). Altri ambiti di questa nuova architettura autonomistica potranon poi, via via, aggiungersie lo Stato centrale dovrà farsi carico sia di garantire le relative risorse finanziarie sia l'effettivo trasferimento di poteri da Venezia a Belluno.

Si tratta di un impianto politico che potrebbe segnare un precedente significativo e favorire l'apertura di una fase «costituente» che affronti in modo strutturale la questione delle aree montane cui non viene riconosciuto un regime speciale e che per questo soffrono di un pesante deficit in termini di politiche per i territori, con conseguenze gravi quali lo spopolamento vissuto da molte vallate, con i giovani in larga parte costretti a emigrare.

La base della proposta di legge è dunque l'intesa elettorale siglata dal Bard e la candidata del centrosinistra alla presidenza del Veneto, Alessandra Moretti.

L'europarlamentare Pd ieri era ad Agordo, per la firmare questo patto, tenuto a battesimo anche dall'altro eletto nell'assemblea di Strasburgo, il sudtirolese Herbert Dorfmann (Svp), che un anno fa fu sostenuto anche dagli autonomisti della provincia di Belluno, dove ottenne oltre 6 mila preferenze e quasi il 10% dei voti. Con loro c'erano anche i tre candidati del Bard in lizza alla regionali, nella lista Veneto Civico: Alessandra Buzzo, sindaco di Santo Stefano di Cadore; l'agordino Danilo Marmolada, vicepresidente del Bard e rappresentante delle comunità ladine; il feltrino, ex Pd, Andrea Bona.

Alessandra Buzzo, sindaco di Santo Stefano di Cadore, comune nel cuore delle Dolomiti orientali, confinante con l'Austria; l'agordino Danilo Marmolada, vicepresidente del Bard e presidente della Federazione bellunese tra le unioni culturali dei ladini dolomitici; il feltrino, ex Pd, Andrea Bona, da tempo figura di primo piano del movimento autonomista. - See more at: http://www.ladige.it/territori/dolomiti/2015/04/22/belluno-patto-autonomisti-pd-elezioni-regionali#sthash.gUXhiEqd.dpuf
Alessandra Buzzo, sindaco di Santo Stefano di Cadore, comune nel cuore delle Dolomiti orientali, confinante con l'Austria; l'agordino Danilo Marmolada, vicepresidente del Bard e presidente della Federazione bellunese tra le unioni culturali dei ladini dolomitici; il feltrino, ex Pd, Andrea Bona, da tempo figura di primo piano del movimento autonomista. - See more at: http://www.ladige.it/territori/dolomiti/2015/04/22/belluno-patto-autonomisti-pd-elezioni-regionali#sthash.gUXhiEqd.dpuf
siglata con la candidata Alessandra Moretti
siglata con la candidata Alessandra Moretti
siglata con la candidata Alessandra Moretti

Sempre secondo questa intesa, ora l'iniziativa legislativa romana dovrà essere instradata in una corsia preferenziale e arrivare rapidamente a dare frutti concreti. Un punto, quest'ultimo, sul quale sarà certamente sollecitata, domani, sabato, Maria Elena Boschi, ministro per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento, che alle 11 sarà a Belluno, al cinema Italia, insieme ad Alessandra Moretti.

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