Ugo Rossi: Belluno nell'Euregio come osservatore permanente

«Siamo favorevoli a un ingresso dei nostri vicini di Belluno nell’Euregio Trentino Alto Adige-Tirol, con lo status di osservatore permanente, per le problematiche comuni che ci uniscono, in quanto terre di montagna e confinarie. È vero che in questa fase le regole non lo consentono. Abbiamo tuttavia già espresso la volontà di modificarle è così faremo».
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, sgombera il campo dai dubbi sottolineando che il tema sarà all’ordine del giorno dell’assemblea generale del Gect (Gruppo europeo di cooperazione territoriale).

«La domanda avanzata dalla Provincia di Belluno era stata precedentemente respinta per questioni formali, ma contiamo di superarle. Dovremo assumere formalmente la decisione come Giunta e quindi apporre alcune modifiche allo statuto per rendere la cosa possibile ma la strada è tracciata e contiamo di percorrerla nel più breve tempo possibile», ha spiegato Rossi, riferendosi all’iniziativa presa nelle settimane scorse dalla presidente della vicina Provincia dolomitica, Daniela Larese Filon, che aveva chiesto formalmente se fosse possibile l’adesione con lo status di osservatore.

Günther Platter, capitano del Tirolo e presidente del Gect, ha inviato nei giorni scorsi una risposta formale nella quale spiega «con dispacere» che secondo l’attuale statuto non è possibile accogliere adesioni da altre aree alpine come «osservatore».

Subito dopo questa risposta, a placare immediataente ogni polemica, ha pensato in prima istanza il presidente del Sudtirolo, Arno Kompatscher, che due giorni fa ha ribadito che Bolzano, Trento e l’intero vertice dell’Euregio confermano l’interessa ad aprire un’ulteriore collaborazione con Belluno anche all’interno del Gect. «Servirà - ha spiegato - una modifica dello Statuto per introdurre il nuovo status di membro osservatore permanente. Si tratta di una linea da tempo condivisa con i colleghi dell’Euregio».

Il presidente altoatesino ha sottolineato le affinità che legano Belluno al resto dell’area in questione, a cominciare dalla condivisione della vita in montagna con problemi simili da affrontare. Il tutto si inserisce sia nell’ottica della maggiore collaborazione fra le tre province dolomitiche, sia nella strategia europea della macroregionale alpina.

Sullo sfondo prosegue la battaglia bellunese per ottenere una propria forma di autonomia istituzionale, prevista peraltro dallo Statuto regionale veneto e dalla legge attuativa, ma non ancora applicata dalla giunta guidata da Luca Zaia.

L’ingresso della vicina provincia come osservatore nell’Euregio è caldeggiato anche dal Pd trentino, che l’anno scorso ha presentato una specifica mozione in consiglio provinciale, così come dall’europarlamentare Svp Herbert Dorfmann, che grazie a un accordo con il Bard (Belluno autonoma Regione Dolomiti) l’anno scorso aveva ottenuto in questo territorio oltre 6 mila preferenze nelle urne (con la stella alpina al 10%).

Proprio una mozione presentata un paio di mesi fa in consiglio provinciale dal presidente del Bard Moreno Broccon aveva aperto il confronto anche a livello isituzionale su un tema che ormai da tempo è oggetto di varie iniziative politiche nell’ambito del crescente dialogo fra Belluno, Trento e Bolzano.
Quella mozione era stata sospesa in attesa di approfondimenti: potrà tornare sul tavolo provinciale dopo l’annunciata modifica dello Statuto dell’Euregio.

Nel frattempo, c’è attesa per conoscere quale sarà l’orientamento degli autonomisti bellunesi in vista delle elezioni regionali in Veneto. Potrebbe allearsi con uno degli schieramenti in cam,po, se in cambio otterranno garanzie concrete sull’attuazione dell’autonomia per questo territorio dolomitico che soffre (anche in termini di spopolamento) la debolezza dell’architettura istituzionale locale e la conseguente difficoltà a promuovere politiche strutturate di area vasta.

 

 

 

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