Dolomiti Unesco, il Cadore s'indigna per i manifesti sbagliati

Il rapporto fra i montanari bellunesi, che aspirano all'autonomia, e il lontano governo veneziano è di per sé parecchio complicato. Se poi la Regione Veneto ci aggiunge del suo, fra dimenticanze e distrazioni, il quadro generale tende via via ad aggravarsi.

L'ultimo episodio della serie risale ai giorni scorsi, quando come "regalino" per le feste di natale i bellunesi hanno visto spuntare lungo le loro strade una serie di cartelloni che pubblicizzano le Dolomiti patrimonio dell'umanità Unesco. Peccato che lo facciano riproducendo alcune celebri vette bellunesi riportandone però i nomi sbagliati nelle realtive didascalie.

A segnalare lo scivolone è il sito Web locale Il nuovo Cadore che pubblica le foto (riprodotte qui sotto) dei due manifesti incriminati sui quali, per essere precisi, campeggiano sia il logo della Regione Veneto accanto al motto "fra la terra e il cielo" sia quelli della fondazione Dolomiti Unesco e della Provincia di Belluno (quest'ultima, però, all'epoca dei fatti era ancora commissariata da Roma per via della contestatissima riforma dell'ente locale).

Fatto sta che il principale indiziato cui attribuire il grosso delle responsabilità resta Venezia. Il sito Web bellunese parla di "un grossolano e imbarazzante refuso" e riferisce di un paio di didascalie clamorosamente sbagliate. 

Nel primo caso, siamo in Comelico, vallata all'estremo nordest bellunese, al confine con Friuli, Austria e Sudtirolo. L'immagine che campeggia a bordo strada raffigura il monte Cridola, cima sul crinale fra Veneto e Friuli, ma la didascalia si riferisce invece a un'altra celebre vetta della zona, il Popera, situato un poco più  a nord-ovest, sulle Dolomiti di Sesto, a cavallo fra Belluno e Bolzano.

Nel secondo caso, un cartellone posto in Cadore, raffigura gli Spalti di Toro (sul confine sud-orientale della provincia dolomitica), scambiandoli però per le famose Marmarole, che si trovano in zona ma più a nord.

"L’imbarazzo è evidente - scrive Il nuovo Cadore nell'articolo che accompagna le due fotografie - anche nel commentare una svista così grossolana e poco attenta. Quando si si dice che il buco spesso è meglio del rattoppo forse, dopo quattro anni, la Regione poteva evitare di rattoppare l’assenza della segnaletica con due clamorosi sbagli che fanno rimpiangere il vuoto precedente. Questo risulta essere l’ennesimo emblema di come poco conta la Provincia di Belluno nel Veneto ed il Cadore in provincia".

E nella sua pagina Facebook, inondata da commenti indignati, il sito rincara la dose: "Sembra una presa per i fondelli, uno scherzo, ma purtroppo non lo è. Come al solito siamo l'ultima ruota del carro e questi sono i risultati. Siamo sinceramente stufi (e con noi migliaia di cittadini): è ora che i nostri amministratori locali alzino la voce e i toni, per farsi sentire, in provincia e in regione innanzi tutto e perchè no anche a Roma. Questa terra si merita più attenzione".

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