Lago di Garda, tenta il record sub non ce la fa e muore a 41 anni

Non ce l’ha fatta, è finita con la morte il tentativo di battere il record mondiale di immersione in acque interne da parte di Sebastian Marczewski, sommozzatore polacco di 41 anni che si stava allenando in profondità tra il porto di Tremosine e Tignale sul lago di Garda.

Il suo obiettivo era superare quota -333 negli abissi benacensi per stabilire il nuovo record internazionale con bombole a circuito aperto. Un mese di allenamenti per poi tentare il colpaccio.

Ieri pomeriggio però qualcosa è andato storto, mentre stava effettuando una discesa di allenamento non è più risalito. Immediato l’allarme e sono scattate le ricerche da parte di diverse unità di soccorso che hanno raggiunto la zona, tra queste anche il nucleo sommozzatori del corpo permanente di Trento e la guardia costiera. Il corpo sarebbe stato localizzato a oltre 150 metri di profondità.

La prova ufficiale comunque doveva essere in calendario in questi giorni, voleva battere di un metro il record mondiale di profondità «a circuito aperto» che è in mano all’egiziano Ahmed Gabr e che era stato stabilito nelle acque del mar Rosso: Gabr ha raggiunto la profondità di 332,35 metri; Marczewski, ex militare impegnato in guerra in Afghanistan, è nato e cresciuto a Stalowa Wola, città polacca di 60 mila abitanti a circa 250 chilometri da Varsavia.

Era un istruttore subacqueo certificato.

È il quarto sommozzatore polacco a perdere la vita nel lago di Garda dal 2017, tutti morti nel tentativo di stabilire un record estremo. Nel giro di pochi mesi avevano perso la vita, Darius Pawlusz di 48 anni, Waclaw Lejko di 38, Adam Pawlik, 50 anni.

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