«I livelli del lago di Ledro, problema da risolvere»

Nel 2022 scade la concessione idroelettrica di Hydro Dolomiti energia

di Paola Malcotti

Era il 18 marzo 1928 e la valle di Ledro stava per entrare in una nuova epoca - quella del progresso. L’apertura della presa idraulica di Mezzolago, che diede avvio all’attività della centrale di Riva, rappresentò infatti il vantaggio derivante dalla produzione in loco di energia elettrica. L’abbassamento del livello delle acque del lago, che già l’anno successivo portò allo svelamento di 10mila pali di legno conficcati nel terreno sul litorale di Molina e alla scoperta di quello che poi si rivelò essere uno delle più interessanti aree palafitticole dell’Età del Bronzo, portò con sé però anche tutta una serie di conseguenze che decretò la chiusura degli opifici (soprattutto fucine e mulini che utilizzavano l’acqua per il loro funzionamento) situati lungo il corso del torrente Ponale, fino ad allora il naturale emissario del lago, e la rovina di un ecosistema lacustre delicato, con la progressiva scomparsa di alcune specie ittiche. Senza dimenticare il lento logorio dei pali delle antiche palafitte e l’interferenza sul paesaggio del fondovalle causati dalle continue fluttuazioni dei livelli dell’acqua.
La concessione per lo sfruttamento del lago a fini idroelettrici, di durata novantennale, sta però per scadere. E considerato l’impatto - ambientale ed economico - subito in questi decenni, sono in molti in valle a chiedersi cosa ci si dovrà attendere per il futuro e quali saranno le decisioni che amministrazione comunale e politica provinciale assumeranno a tutela del territorio ledrense.
«Il lago riveste per la nostra comunità una fondamentale importanza sia per la sua innegabile attrattività turistica, sia per gli aspetti economici (sovracanoni del Bim) legati allo sfruttamento delle sue acque - scrivono in un’interrogazione i consiglieri di “Vivi Ledro” Anna Fedrigotti e Maurizio Mazzola - L’attuale gestore, Hydro Dolomiti Energia, regola i livelli dell’acqua secondo le proprie esigenze e in base a quanto previsto dalla concessione rilasciata dalla Provincia. Purtroppo, le modalità e le tempistiche di abbassamento e innalzamento dei livelli hanno creato in passato e continuano a creare tuttora disagi e malcontenti (ultimi in ordine di tempo, in contemporanea con il ponte del 25 aprile-1 maggio e del Bike Festival di Riva, quando i turisti hanno potuto vedere lo sconfortante abbassamento del lago, o quando, in agosto, il forte innalzamento delle acque ha reso inutilizzabili da parte dei bagnanti la spiaggetta di Mezzolago e buoni tratti di quelle di Pieve e di Besta). La stessa Associazione Pescatori evidenzia da tempo problemi alla fauna ittica. Vorremmo quindi sapere se l’amministrazione comunale abbia attivato contatti con Provincia, Hydro Dolomiti Energia, enti e associazioni interessate, al fine di elaborare per tempo eventuali proposte di modifica o miglioramento delle condizioni di sfruttamento del nostro lago».
«Attuale titolare della concessione, in scadenza il 31 dicembre 2022, è Hydro Dolomiti - fa sapere il sindaco - ma i controlli su prelievi e pompaggi sono a carico del Servizio gestione risorse idriche della Provincia. Finora i nostri contatti si sono svolti nell’ambito dell’ordinaria attività ma in vista del 2022 abbiamo già coinvolto il Bim del Sarca in alcuni incontri informali: le questioni in esame saranno poste in discussione a tempo debito, sia con Hydro Dolomiti che con i nuovi amministratori provinciali. Questo per avere un interlocutore certo che ci porterà alla data del 2022».

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