Ledro: museo palafitte chiuso Cominciata la ristrutturazione

di Paola Malcotti

«Diario di bordo del 31 agosto 2018: sono le ore 18 e la signora Gina Magrin è l’ultima visitatrice ad entrare nel Museo delle palafitte di Molina». O per lo meno, l’ultima a varcare la soglia della vecchia struttura, la stessa che a partire da domani sarà dapprima soggetta all’opera di trasferimento temporaneo dei reperti nel vicino edificio di ArcheoLab, e successivamente al cantiere che nei prossimi mesi si occuperà degli interventi di riqualificazione della sede museale.
Dopo 46 anni di onorato servizio il Museo ledrense chiude infatti i battenti, anzitempo rispetto al passato, ma solo per rifarsi il look ed esser pronto per riaffacciarsi alla vita, in tutto il suo splendore, la prossima primavera.
Due i lotti previsti per il lavoro di ripristino. Il primo, iniziato ancora lo scorso gennaio e già concluso, aveva interessato la manutenzione straordinaria e la sistemazione dell’area uffici; il secondo, quello che verrà avviato a breve, riguarderà invece la riqualificazione energetica (di pari passo si punterà tra l’altro all’ottenimento delle certificazioni Leed Gold e Arca Platinum) e impiantistica della sala espositiva. Nell’ultima fase, quella che presumibilmente prenderà piede verso gennaio 2018, si procederà infine con l’ampliamento dell’edificio verso ovest, con la realizzazione di un padiglione di circa 120 metri quadrati da dedicare ad accoglienza, didattica, eventi e mostre. Il tutto, per un investimento pubblico di oltre due milioni di euro, da portare a termine tra aprile e giugno 2019 con l’atto ultimo dell’opera: la sistemazione del giardino esterno e la creazione di un’area erboristico-didattica.
«Un investimento importante, voluto e sostenuto anche in virtù della significativa visibilità offerta all’esterno in termini turistici e di conseguenza un atto dovuto e sostenuto dall’intera giunta in virtù dell’alto valore culturale che da sempre il museo ledrense riveste sul territorio trentino - aveva sottolineato l’assessore provinciale alla Cultura Tiziano Mellarini in occasione della conferenza stampa di presentazione dei lavori, a fine giugno -  che da piccola realtà locale sta diventando sempre più un esempio di respiro internazionale».
Dopo un accurato studio sull’edificio esistente, risalente al 1972, sulla sua rilevanza architettonica e sullo stato di conservazione, il Museo delle palafitte di Molina (sede distaccata del Muse di Trento) aggiunge però ora un nuovo tassello alla propria storia, che grazie a questa importante opera di riqualificazione vedrà valorizzate le caratteristiche originarie della struttura e contemporaneamente ridefinito il progetto museologico e museografico dell’allestimento interno e dello spazio circostante. Un bel balzo verso il futuro per un progetto pensato ancora alla fine degli anni ‘60 dall’architetto Marcello Piovan, ma che già allora aveva preso spunto dalla presenza dell’insediamento archeologico (nel 2012 riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità) e dalla sua relazione con il lago e il paesaggio: un progetto che ora, grazie ad un abbondante uso del legno di larice, porrà il valore architettonico dell’edificio, inserito fra le opere di rilevante interesse storico-artistico del Trentino, al centro la dimensione naturale del museo, in un rapporto simbiotico con il territorio, i reperti esposti e il visitatore.

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