Ciclabile Riva-Tenno, stanziati 1,3 milioni

di Davide Pivetti

In attesa che decolli il progetto della «Ciclabile del Garda» - ad oggi dei 140 chilometri del periplo lacustre ne sono operativi e percorribili in sicurezza forse una decina - c’è già chi pensa al dopo e a come raccordarsi al tratto trentino della nuova ciclovia per aprire nuove strade (anzi piste) percorribili dagli appassioanti di mountain-bike e sempre più dai cicloturisti che usano le bici elettriche.
L’idea è stata presentata nei giorni scorsi in Comunità di valle ed è frutto degli accordi tra primi cittadini matturati in Conferenza dei sindaci: si tratta di realizzare un percorso ciclabile che unisca Riva, quindi il lago di Garda e la ciclabile che arriverà da Limone lungo la sponda, al laghetto di Tenno, gioiello naturalistico che da anni ormai riscuote consensi anche in senso turistico e balneare. Una «ciclabile dei due laghi» che sarà progettata per il tratto dal centro storico rivano ai tornanti sopra Deva dal comune di Riva, e per quello tra il bivio con la strada dei Molini e il laghetto dal comune di Tenno. Solo per questa seconda parte saranno stanziati 1,3 milioni di euro, sufficienti a realizzare l’opera (almeno in due lotti) anche perché almeno in parte una viabilità rurale e secondaria che si potrà adattare al percorso ciclabile c’è già.
Alessio Zanoni, assessore alle opere pubbliche di Riva, e Giuliano Marocchi, sindaco reggente di Tenno, stanno già ragionando su tracciato, stralci, priorità.
«Avevamo immaginato il collegamento tra Riva e Tenno passando dalla cascata del Varone - diceva ieri Zanoni - e fino alla cartiera siamo arrivati. Intanto è emersa questa nuova soluzione verso Deva, che per la nostra parte non comporta chissà quali interventi. Già ora dalla città si può raggiungere il Dom dalla stradina di San Giacomo, oppure la provinciale del Tombio dal campo sportivo di Varone passando da località De Bass. Di qui, però, bisognerà pensare ad un collegamento fino al tornante sopra, ma sono distanze modeste».
Il nuovo percorso seguirà alcuni tracciati rurali esistenti. Dal Dom, ad esempio, si potrà salire verso Pranzo restando sopra la provinciale e sotto il Tombio, fino quasi al confine comunale.
Sul fronte tennese esiste già un chilometro e mezzo di pista ciclabile che scende dal lago di Tenno e arriva alle porte di Pranzo. Poi anche qui si utilizzerà la viabilità secondaria, con le dovute sistemazioni, pensando a coem agganciarsi con il tracciato a Deva.
«Vogliamo collegare i due laghi di Garda e Tenno - aggiunge Marocchi - facendo del nostro tracciato un’importante diramazione della ciclovia del Garda. Non solo, un domani non sarebbe difficile superare il Ballino e spingersi con il tracciato protetto fino a Ponte Arche, Comano, in pratica alle porte del Brenta. Diventerebbe un percorso -Garda-Dolomiti passando dal nostro splendido laghetto».
Sul tavolo ci sono diverse questioni: la mobilità leggera, la riduzione del traffico automobilistico, ma anche - ad esempio - il rilancio in chiave turistica di località come Deva e Pranzo, dove non sarebbe difficile immaginare la nascita di qualche piccola attività legata proprio all’escursionisti in bici. Con in più la possibilità - anche qui su tracciati già esistenti - di creare un’ulteriore diramazione verso Campi, Malga Grassi e l’area archeologica di Monte San Martino. Tutte mete che la diffusione esponenziale delle e-bike (bici elettriche) rendono di giorno in giorno sempre più alla portata di tutti o quasi.
«Sul tratto tennese - conclude il sindaco Marocchi - avevo fatto realizzare un primo studio di massima già anni fa.  Per questo cercheremo di accorciare i tempi. Il 3 settembre si torenrà in Conferenza dei sindaci per ratificare il protocollo che distribuisce le risorse disponibili comune per comune. Da parte nostra cercheremo di inserire il tracciato già nel bilancio 2019, almeno con un primo stralcio da 600 mila euro».

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