Prè e il ritorno del sole, innalzato il nuovo obelisco

di Paola Malcotti

Sul calendario farà la sua comparsa ufficiale solo il 21 marzo eppure, a dispetto del freddo, la primavera è già in dirittura d’arrivo.

In quel di Prè di Ledro i primi bucaneve stanno facendo capolino nei prati e soprattutto il sole sta pian piano alzandosi all’orizzonte. Dopo tre mesi di ombra, puntuale con il giorno di santa Agata, il 5 febbraio, il piccolo borgo adagiato sul fondovalle sta tornando in questi giorni ad essere baciato dai tanto sospirati raggi. E come da tradizione, in concomitanza con la ricorrenza religiosa, il dinamico circolo Acli di Prè e Biacesa, trascinato dal suo presidente Mariano Bonisolli e dai suoi collaboratori, ha celebrato domenica la «Festa del Sol».

Una festa che ha raggiunto il traguardo dei sei decenni di vita, rientrando a pieno titolo tra le manifestazioni più longeve del Basso Trentino, e che per l’occasione ha voluto riservare ieri un momento per dedicare una stele commemorativa al suo ideatore, Daniele Colò, il goliardico mattatore che coniò il motto «a santa Agà el sul l’è giù per la contrà».

Fu nel 1958 che il vulcanico promotore di iniziative paesane, che tra l’altro in questa data festeggiava il proprio compleanno, decise di sancire il ritorno del sole (ma anche della luna) sulle case del paese con una celebrazione comunitaria, per tramandare alle nuove generazioni le usanze del passato.

Gli annali raccontano che un tempo, mano a mano che i raggi del sole arrivavano a posarsi sulle rispettive abitazioni, in tutte le famiglie di Prè si festeggiava l’avvenimento con la preparazione di un dolce casalingo, la «bióta», una torta confezionata con quel poco che a fine inverno ancora si poteva recuperare in dispensa («bióta», in dialetto ledrense significa «senza condimento»). Si trattava dunque di una ricorrenza povera e contadina ma che, seppur relegata alle mura domestiche, veniva celebrata in tutto il paese, nonostante la contrarietà dei preti, infastiditi dall’usanza di dare il benvenuto al sole che riportava ad un rituale di origine pagana.

Dopo le interruzioni dovute ai conflitti mondiali Daniele Colò decise dunque di ripristinare la festa e con l’appoggio di altri compaesani, tra cui quello che poi venne battezzato come «Sindaco del sol», al secolo Niccolò Battaini, di trasformarla in un appuntamento irrinunciabile.

«La nostra gente ha saputo illuminare le vie nonostante l’ombra e trasformare in risorsa la mancanza del sole - ha detto Bonisolli - oggi Prè non solo è l’unico paese della val di Ledro ad avere tre sindaci (quello eletto nel 2015, Renato Girardi, il “Sindaco del Sol”, e il suo successore, il “Sindachetto del Sol”, Nicolas Maroni, che ha ereditato l’onere di traghettare la manifestazione fino ai 100 anni di vita), ma è anche il solo ad avere un monumento - il nuovo obelisco in cemento e metallo - che accompagna ufficialmente i raggi lungo la contrada, per segnare il ritorno della bella stagione e guardare al futuro con ottimismo e fiducia».

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