Ledro: stalla di Santa Lucia, il giudice censura i garanti

di Paola Malcotti

«Il Comitato dei garanti dovrà pronunciarsi in merito ai tre quesiti referendari proposti ancora nell’autunno scorso dal Comitato Pro Piana Santa Lucia e motivarne l’eventuale ammissibilità».

Lo ha deciso il Tribunale ordinario di Rovereto, accogliendo il ricorso avanzato ancora prima di Natale e in forma urgente dai promotori della consultazione popolare propositiva nei confronti sia del sindaco, quale rappresentante dell’amministrazione comunale, sia dello stesso Comitato dei garanti, che il 23 ottobre si era riunito per giudicare l’ammissibilità o meno dei quesiti, ma che - constata la mancata trasmissione di un regolamento previsto dall’articolo 4 dello Statuto del Comune di Ledro, necessario per proseguire nei lavori di valutazione - aveva poi dichiarato la propria impossibilità a procedere.

Un aspetto quest’ultimo sul quale il consiglio comunale aveva espresso dubbi e portato i consiglieri a deliberare la deroga al Piano regolatore generale per permettere la realizzazione della stalla per caprini di Davide Tiboni.

Secondo il giudice, «i diritti del Comitato promotore del referendum sarebbero stati violati in più direzioni - si legge sulla sentenza - dal Comitato dei garanti, che non si era affatto pronunciato sull’ammissibilità o meno del quesito referendario e, ciò nonostante il suo ruolo istituzionale, non potendo invocare l’assenza del regolamento; e dal Comune, per non aver posto in essere la disciplina di dettaglio della materia, per aver interferito con l’esercizio dei poteri dei Garanti, per non aver preso in considerazione i tre quesiti formulati e per aver proceduto ad autorizzare la realizzazione della struttura destinata all’attività zootecnica in deroga alla normativa urbanistica».

«Non è accettabile - si legge infine sulla sentenza - che il Comitato dei garanti invochi l’assenza di un regolamento per non decidere sulla questione e per questo motivo si accoglie in forma totale il ricorso presentato in forma urgente, cautelando quel diritto popolare che è il referendum propositivo, uno strumento volto unicamente ad orientare il Comune su una tematica sentita come di particolare interesse».
Un diritto che il Comitato Pro Piana Santa Lucia intende ora più che mai far valere, annunciando già l’intenzione «a proseguire con altre iniziative per ottenere una sicura salvaguardia della zona».

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