La discarica Vermione di Tenno continuerà a funzionare, voltura in vista

di Paola Malcotti

Solo. Di fronte al pubblico, di fronte alla decisione. Mercoledì alla serata informativa che l’amministrazione comunale di Tenno, visto il precipitare degli eventi, ha voluto dedicare alla questione della discarica del Vermione, il sindaco Gian Luca Frizzi è stato lasciato solo.

Nessuno degli altri attori istituzionali coinvolti direttamente o indirettamente nell’intricata vicenda - a cominciare dall’assessorato all’ambiente della Provincia così come quello della Comunità di valle, dall’Appa (Agenzia provinciale per la protezione ambientale) agli altri Comuni dell’Alto Garda - si è presentato mercoledì sera al teatro Don Bosco, per dare sostegno a Frizzi e alla comunità tennese su un tema tanto scottante quanto controverso ma che volenti o nolenti, pur partendo dal lontano 1989, pone ora un serio punto interrogativo sul presente ma soprattutto sul futuro di tutto il Basso Trentino.

Ad enfatizzare la solitudine di Frizzi di fronte alla decisione da assumere e alla responsabilità nei confronti del territorio e della popolazione, l’assenza degli avvocati dei quali l’amministrazione comunale si avvale per affrontare la questione dal punto di vista legale, e la curatrice fallimentare dell’ex gestore della discarica del Vermione, la «Alto sas», i cui provvedimenti stanno condizionando in queste ore le mosse - anche politiche - di Frizzi. Che al più presto dovrà decidere se concedere o meno - tramite sottoscrizione della voltura del contratto tra la società uscente e la «Ge.Di», individuata dal tribunale quale unico e nuovo gestore della discarica - l’autorizzazione all’attività.

«Di fatto mi trovo però con le spalle al muro - ha sottolineato il sindaco, avvilito - poiché il Comune si trova nella condizione di non poter negare la voltura: nel caso lo facesse la nuova società potrebbe infatti chiedere un risarcimento danni che il nostro bilancio in questo momento non sarebbe in grado di sostenere. Certo, ideologicamente potrei anche scegliere di non firmare, esponendo me stesso e la comunità; potrei anche decidere di dimettermi, lavandomene le mani: in tal caso verrebbe però nominato un commissario e successivamente eletto un nuovo sindaco, che si troverebbe nella mia stessa posizione. L’ultima alternativa che rimarrebbe all’amministrazione comunale sarebbe quella di convalidare la voltura ma nel contempo di attivarsi per predisporre un tavolo di lavoro al quale affidare tutte le forme di controllo possibili, per tenere così costantemente monitorata l’attività della nuova ditta ed in particolar modo dei conferimenti in discarica. Altre soluzioni non ci sono».

Se non di verificare se vi siano i presupposti per chiedere una bonifica ambientale, che se confermati potrebbero bloccare il sito per diverso tempo, oppure - come auspicato dal pubblico dell’altra sera - fare appello ad una massiccia mobilitazione popolare e alla nascita di un comitato sovracomunale per la salvaguardia del territorio e della sua gente. 

A preoccupare la comunità, oltre al debito di oltre 160mila euro lasciato dalla «Alto sas» in aggravio alle casse pubbliche ed eventuali stoccaggi di materiali non autorizzati, anche alcuni passaggi relativi al subentro della «Ge.Di» nella gestione della discarica. «La risoluzione del contratto, in scadenza nel 2021, potrà avvenire solo nel caso la società risultasse inadempiente alle condizioni previste - ha concluso Frizzi - e in tal senso chiedo aiuto ai tennesi: se ci fossero prove, documenti, certezze che possano attestare eventuali irregolarità dell’attività al Vermione, ce lo facciano sapere! Stiamo temporeggiando ma nei prossimi giorni dovremo decidere cosa fare. Intanto, non ci resta che prendere atto del provvedimento della curatrice fallimentare e degli ormai inevitabili effetti che tutto questo cagionerà al nostro territorio e alla nostra comunità».

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LE OPPOSIZIONI

L’opposizione tennese di «Progetto Tenno» interviene sulla serata di mercoledì con la quale l’amministrazione Frizzi ha informato la popolazione sul futuro, probabile, della discarica del Vermione.

«Come previsto - scrivono i consiglieri Andrea Cobbe, Nicola Stanga, Tiziano Patuzzi e Viviana Cazzolli - la serata non è stata altro che una conferma di quanto già detto da noi qualche giorno fa. Ci avrebbero informato a giochi ormai fatti. Siamo d’accordo che in questo momento per il comune non c’è via d’uscita se non firmare la voltura del contratto alla «GE.DI.». Crediamo che molti errori sono stati commessi ancora nell’estate-autunno scorsi, quando c’era tutto il tempo di prevedere e organizzare al meglio tutto il percorso sia di fallimento che di cambio gestore.

Siamo inquietati dalla solitudine in cui il sindaco si è trovato o ha voluto trovarsi. Anche noi come minoranza avremmo voluto aiutarlo e, nell’estate scorsa, c’era stato un avvicinamento che poi è andato scemando fermandosi a qualche informazione e aggiornamento sporadico. Smentiamo assolutamente che ci sia stata una condivisione di scelte come detto dal sindaco e dal suo vice.

La prova è che non sono stati fatti consigli comunali, tavoli di lavoro o commissioni e che non esistono verbali di incontri». Inoltre secondo l’opposizione fino a pochi giorni fa non erano emerse le informazioni sul futuro gestore della discarica. «Ricordiamo che abbiamo dovuto presentare anche un’interrogazione perché, da parte dell’amministrazione, non filtrava alcuna informazione. Confermiamo che non siamo favorevoli alla voltura del contratto ritenendo che ci sarebbero stati i margini per altre soluzioni, sicuramente il sindaco si assumerà le proprie responsabilità sia morali che personali.
Ringraziamo tutti i consiglieri del Basso Sarca (M5S, «Onestà partecipazione e ambiente») che hanno presenziato alla serata portando un valido contributo di vicinanza alla Comunità tennese».

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LA STORIA

«La situazione venuta a crearsi oggi è frutto delle scelte fatte ancora nel 2007 dall’allora amministrazione comunale» ha spiegato Frizzi dopo aver illustrato la cronistoria del Vermione assieme al tecnico comunale Roberto Malossini. «La discarica di inerti nasce nel 1989 ma lo scarico di materiale inizia nel 1994. Nel ‘97 si ha la conformità urbanistica che determina in 80mila m³ la dimensione massima dello stoccaggio. 

Nel 2000 la gestione del sito viene affidata alla «Alto sas» e il bacino di conferimento è allargato a tutto il C9. Nel 2001 viene autorizzato l’ulteriore stoccaggio di 50mila m³ di materiale proveniente dalla frana al lago di Tenno e dal 2003 si hanno le prime Valutazioni d’impatto ambientale della Provincia. Nel 2004 viene rinnovato il contratto con il gestore e il bacino è allargato anche al C8. Nel 2005 scatta l’obbligo delle analisi del terreno ma a fine anno la discarica è satura e viene chiusa. Nel 2006 la Provincia approva l’ampliamento del sito per lo stoccaggio di altri 350mila m³ di materiale mentre nel 2007 il Comune rinnova il contratto alla «Alto sas, che si impegna a sistemare strada d’accesso e parcheggi ottenendo in cambio l’espansione del bacino. Fino al 31 dicembre 2009 i pagamenti del gestore al Comune e ai privati sono regolari. 

Poi la capitolazione, a novembre 2015 il fallimento della Alto sas. Due mesi prima però, il titolare dà in affitto un ramo dell’azienda alla Ge.Di di Ettore Brignoli. Non trovando altri soggetti idonei alla gestione, la curatrice fallimentare sceglie di non sciogliere il contratto e chiede al Comune di autorizzarne la voltura».

 

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