San Candido, ritorna il confine dimenticato L'Austria controllerà pure la ciclabile per Lienz

di Beppe Bonura

Un ristorante-pizzeria, un bar, edifici abbandonati. Mezzo metro di fango solidificato - eredità di una frana del 2015 finita nella Drava e poi esondata.

Mezzo metro di fango solidificato - eredità di una frana del 2015 finita nella Drava e poi esondata - che ricopre i pavimenti del piccolo edificio dove un tempo c'erano gli sportelli dell'Aci. Dall'altra parte l'Austria, con una corsia di sosta destinata ai Tir e due pompe di benzina una dopo l'altra, che vendono il diesel a poco meno di un euro al litro. È Prato alla Drava, frazione di San Candido. Per ora è la «frontiera dimenticata».

«Ma se il Brennero verrà bloccato, altri valichi potrebbero essere presi d'assalto e noi siamo a pochi chilometri dall'Austria. È questa una delle perplessità espresse da alcuni cittadini dopo l'incontro pubblico che abbiamo organizzato per aggiornarli sull'incontro di Bolzano al quale ha partecipato la nostra sindaca», racconta l'assessore Cristiano Mazzi.

E Rosmarie Burgmann, prima cittadina del Comune di San Candido, racconta che a Bolzano, con gli altri borgomastri di frontiera, si è incontrata con i rappresentanti delle autorità di polizia dell'Austria. «Ci hanno spiegato che verranno effettuati dei controlli a vista, e sarà ricavata una corsia di ispezione per poter far scorrere il resto del traffico. Certo alla fine qualche disagio ci sarà comunque, specialmente nei periodo di alta stagione turistica».

Controlli, dunque, al valico sulla statale, visto che la Pusteria - a differenza del Brennero - non è servita da un'autostrada. Curiosità da segnalare: «Verrà anche ispezionata la pista ciclabile» come racconta la sindaca, facendo riferimento al «gioiellino» che collega Brunico a Lienz, capoluogo del Tirolo Orientale e prima città austriaca dopo il confine di Prato alla Drava. A Lienz vanno anche i treni dell'Euregio Tirolo Alto Adige Trentino, ma per il momento sui convogli non c'è la stretta sorveglianza di polizia che l'accordo trilaterale fra Italia, Austria e Germania impone al Brennero.

Motrici e vagoni partono da Fortezza, punto di snodo fra l'asse Nord e la Pusteria.

In territorio italiano il colorato convoglio dell'Euregio per Lienz ha come sua ultima fermata - dopo San Candido - la stazione di Versciaco. Qui una passerella porta i passeggeri direttamente sulle piste da sci del Monte Elmo, affollate in questo periodo da molti turisti italiani, soprattutto romani. La neve è naturale, una rarità ormai in quest'anno di siccità estrema. L'economia di San Candido al turismo deve molto. La variante profughi potrebbe però alterare questo equilibrio.

«Ci hanno detto che se i rifugiati dovessero arrivare in gran numero, verranno smistati all'interno e non lasciati nella zona di confine. Ma penso che chi arriva fin qui ed è fermamente intenzionato ad andare nel Nord Europa difficilmente si farà spostare altrove. Cercherà di passare sfruttando ogni possibile varco», sottolinea la sindaca Burgmann. Una visione realistica, che però non dimentica l'«obbligo umano» di affrontare il dramma di chi spesso fugge davanti a devastanti conflitti ed è disposto ad affrontare viaggi disperati pur di garantire un futuro alle proprie famiglie.

«Siamo un paese di 3.000 anime e il 5%, circa 150 persone, sono stranieri che vivono qui da tempo e si sono integrati. Non abbiamo profughi dell'ultima ondata migratoria. In Pusteria alcuni sono stati sistemati a Vandoies e si discute di Brunico e Villabassa. Qui, a San Candido, mancano gli spazi. Ci sarebbe la caserma dismessa, ma è praticamente in rovina», aggiunge Rosmarie Burgmann, ribadendo però che San Candido è pronto a dare il suo contributo di solidarietà. E infatti è a «Casa Resch», l'edificio dove i gruppi parrocchiali hanno organizzato un pranzo a base di canederli per aiutare una famiglia del posto che ha avuto la casa bruciata, e anche «i rifugiati».

«Divideremo a metà il ricavato della manifestazione (la sala è piena di gente che in fila aspetta di riempire i piatti ndr). Per i profughi lavoriamo in stretto contatto con la Caritas, che si occupa di loro a livello provinciale. Per ora qui profughi non se ne sono ancora visti, ma il nostro atteggiamento verso di loro non potrà che essere quello cristiano, cercando il più possibile di venire incontro alle necessità di queste persone. Lo faremo naturalmente collaborando con gli enti pubblici, perché serve la solidarietà di tutti», dice il giovane decano e parroco di San Candido, Andreas Seehauser.

All'ingresso invece c'è la bancarella dell' associazione «Mir», che mette in mostra dei sacchi di tela colorati.

Simona Lanzinger spiega che non sono in vendita e a cosa servono. «Raccogliamo fondi per queste due situazioni. I sacchi sono destinati ai rifugiati: li riempiremo con un asciugamano, del sapone e altri generi di conforto. L'idea ci è venuta vedendo in televisione come spesso arrivino con le loro poche cose infilate in buste di plastica. E allora, aiutati anche dai commercianti del posto che ci hanno fornito la stoffa, abbiamo realizzato questi sacchi». Un'associazione di sole donne? «No - spiega Simone - ci sono pure uomini, anche maliani e dell'Est. Il loro contributo è quello di vedere il nostro paese con altri occhi. Del resto "Mir" in tedesco sta per "tutti insieme"».

Fuori, intanto comincia a cadere una neve fina e leggera. Sulla strada passa un grosso fuoristrada dell'Esercito. Sulla fiancata la scritta: «Operazione strade sicure». Così ce ne sono anche al Brennero. Si dirige al Commissariato di Polizia di San Candido. Fuori le auto con i colori bianco-azzurri. Lo si può forse definire un altro segnale di frontiera? «Lei cosa ne pensa....» chiediamo alla gerente della pompa di benzina appena al di là del valico, in territorio austriaco. «Non penso niente», taglia corto. Il confine torna a farsi sentire.

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