Lo scafista fermato a Bolzano «Mai visto una barca prima»

Prima di lasciare la costa libica per l'Italia non aveva mai visto una barca in vita sua. Lo ha dichiarato durante l'interrogatorio di garanzia a Bolzano il diciannovenne senegalese fermato nei giorni scorsi con l'accusa di essere lo scafista di un barcone affondato il 12 aprile scorso, a 80 miglia dalle coste libiche. Il gip ha convalidato il fermo come da richiesta del pm Andrea Sacchetti. La misura è motivata da gravi indizi di colpevolezza.

Le indagini sono condotte dalle procure di Bolzano e di Trapani. Da quanto è emerso dagli accertamenti, il giovane africano sarebbe stato al comando dell'imbarcazione di legno lunga circa 20 metri che era partita dalla città di Zuara con 500 migranti a bordo, uomini donne e bambini di diverse nazionalità. I soccorsi erano stati prestati in mare dalla nave della Marina militare italiana «Il Bersagliere»: 150 i naufraghi messi in salvo e accompagnati al porto di Reggio Calabria.

Il giovane senegalese, che inizialmente aveva chiesto asilo politico dichiarandosi minorenne, era stato rintracciato nel centro di prima accoglienza all' ex caserma «Gorio» di Bolzano.

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