Itas, caccia alla coppa che manca Stasera prima finale col Galatasaray

di Maurilio Barozzi

Il fatto di non essere tra la messe (ben 17) di trofei esposti nella sede di Trentino Volley conferisce alla Coppa Cev un’importanza capitale per la società. Certo non per il valore tecnico della competizione che, come si è visto in corso di svolgimento, lascia molto a desiderare, eccezion fatta per alcune squadre (ed una è proprio il Galatasaray). Ma per un senso di vuoto che prima o poi deve essere riempito dal club più titolato nel panorama pallavolistico degli ultimi anni. Insomma: manca la Cev, bisogna conquistarla.

Così stasera alla BLM Arena di Trento, alle 20.30 la Trentino Itas affronterà nella finale d’andata i turchi del Galatasaray con il preciso obiettivo di vincere e di farlo con punteggio largo.

Il rapporto tra l’Itas e la Coppa Cev è piuttosto controverso. Dal 2015 è già la terza volta che la società di via Trener raggiunge la finale ma nelle due precedenti sfide ha dovuto inchinarsi agli avversari al golden set. Nel 2015, contro la Dinamo Mosca, le cose andarono male all’andata, furono ribaltate al ritorno ma nel set a 15 decisivo i moscoviti s’imposero. Erano le primissime apparizioni internazionali di Giannelli che era a stento maggiorenne e - in quel momento - nemmeno titolare. A distanza di due anni fu la volta della sfida al VB Tours. Preso a pallonate in casa nella gara d’andata. E forse quella vittoria così rotonda (3-0: 25-14, 25-19, 25-17) aveva illuso un po’ tutti che la Coppa fosse già in cassaforte. Non fu così. In una partita per certi versi drammatica, in Francia accadde l’imponderabile e la squadra trentina si sgonfiò sotto i colpi di David Konecny: 15-13 al golden set.

Ora un’altra occasione. Stavolta di fronte all’Itas ci sono i turchi del Galatasaray guidati, guarda un po’, dalla vecchia conoscenza Oleg Antonov. C’era anche lui, con la maglia di Trento, a Tours. C’era anche lui, sempre con la maglia di Trento, nel 2016 a Cracovia, quando la squadra perse la finale di Champions League contro i mostri dello Zenit Kazan. E così - come i giocatori dell’Itas - anche Oleg arderà del sacro fuoco della rivincita. E per lui vale anche un’altra finale europea persa per un niente: quella di Champions League 2013, con la maglia di Cuneo, 16-14 al tiebreak contro il Novosibirsk. Insomma: se dovesse essere una questione di rivincite, ognuno potrebbe avere qualche cosa da mettere sul piatto della bilancia.



In realtà, se lo sport non è un’opinione, appena in campo tutte le faccende sentimentali lasceranno spazio all’agonismo e ai contenuti tecnici. Per quanto riguarda quelli, la formazione turca si affiderà senz’altro al suo terminale offensivo più efficace: l’opposto estone Oliver Venno. Se si vuole avere un’idea di quel che può combinare questo marcantonio da 210 centimetri, nella partita di ritorno di semifinale ha determinato la rimonta sui russi del Kemerovo con 32 punti dopo aver attaccato la bellezza di 59 palloni. Con lui ed Antonov, ha contribuito alla spallata decisiva alla formazione siberiana anche il centrale canadese Justin Duff: 12 punti con tre muri.

Il tecnico dell’Itas Angelo Lorenzetti ha studiato la squadra a fondo ed è stato il primo a mettere in evidenza le qualità del collettivo turco. Così come è stato il primo a spiegare ai suoi giocatori le insidie di una finale che si gioca con l’andata in casa e il ritorno in trasferta: lui, capitan Giannelli e Gabriele Nelli sono i tre reduci dalla delusione di Tours e, ha chiarito il tecnico in una recente conferenza stampa, «spiegheremo a tutti quell’esperienza che ci ha visti sbagliare l’approccio nella partita di ritorno, sperando che sia d’aiuto».

Stasera ancora mancherà il centrale Srecko Lisinac e così i riflettori saranno su Lorenzo Codarin, che finora è riuscito egregiamente nel compito di sostituire il serbo. Per il resto, tutto secondo i piani con Giannelli a far da regista, Uros Kovacevic e Aaron Russell in banda, Luca Vettori opposto e Davide Candellaro a far da compagno di reparto a Codarin. Libero, ça va sans dire, Jenia Grebennikov. Fuori i secondi, ora si gioca.

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