Schiacciate e solidarietà: Luca Vettori, campione sia in campo sia fuori

di Matteo Lunelli

In campo, con maglietta e ginocchiere, il suo obiettivo principale è quello di sfondare i muri, di passarci sopra o in mezzo. Ma anche fuori dal campo l’obiettivo resta lo stesso. La differenza è come lo fa: nel primo caso si affida al proprio braccio, picchiando forte o, ma solo a volte, giocando d’astuzia. Nel secondo, invece, è solo una questione di cervello: di parole e di cultura.  

Lui è Luca Vettori. Professione atleta, da due stagioni opposto della Trentino Volley. Ma il ventisettenne di Parma è uno che sa farsi riconoscere, in positivo, anche fuori dal campo. Avete presente l’immagine stereotipata dello sportivo, tendenzialmente calciatore ma non solo, un po’ fuori dal mondo, che pensa solo a pesi, tatuaggi, discoteche e Instagram? Ecco, lui è l’esatto contrario. A dimostrarlo è la sua iniziativa «Brodo di becchi», diventata un’associazione culturale, con tanto di shop online: magliette, zaini, felpe, che non servono ad arricchire lui ma che sono utili a fare del bene alle persone più povere, in una proposta sociale e culturale più che commerciale. E quindi, se a Natale si è più buoni e si vuole fare del bene, ci si può rivolgere anche al campione del volley. «Io e Matteo Piano (anche lui pallavolista, oggi a Milano ndr) quando giocavamo insieme a Modena cinque anni fa, abbiamo fondato una webradio».   

Un modo per parlare agli altri, in un programma fatto di letture, musica, opinioni, cultura ma anche divertimento. Con pochissima pallavolo, praticamente nulla. «Poi siamo cresciuti, avevamo un ottimo seguito e abbiamo deciso due anni fa di diventare un’associazione culturale. Oggi abbiamo oltre 200 iscritti e abbiamo incrementato l’attività con uno shop online: grazie a Lola, che ha un negozio di abbigliamento a Modena, e grazie a una mia zia che ha fatto la missionaria in Africa, abbiamo fatto incontrare l’artigianato italiano e quello africano. Magliette, felpe, zaini, ovvero “Robedibecchi”, sono realizzate da sarte in Congo, ma ora grazie a una Onlus di Torino abbiamo coinvolto delle sarte che sono in Italia nei progetti di accoglienza. Insomma, si produce qui e lì, facendo sempre del bene perché l’associazione è senza fini di lucro e quindi tutto quello che si incassa viene reinvestito».  

I due atleti, in totale quattro metri e sei centimetri di generosità, ci mettono la faccia e la fama in nome degli altri. Attività sociale e culturale sono una risposta, soprattutto di questi tempi.
«Scegliere cosa dire e come dirlo sta diventando sempre più una questione quotidiana: è bello eliminare i messaggi volgari e superficiali, facendo un po’ di pulizia visto che in molti di questo ne hanno fatto un mestiere. Noi abbiamo scelto che messaggio dare: cultura e sociale. Anche i miei social ho iniziato a sfruttarli per questo, parlando spesso delle tante belle realtà che ci sono anche a Trento, come la libreria Due Punti o i cineforum».  

Infine, la curiosità: il nome. «Una storia simpatica, nata ascoltando due signore in un bar di Modena. Il becco è l’amante, e il brodo di becchi è fatto quando le mogli mettono le corna ai mariti e quindi hanno poco tempo per cucinare e mettono a bollire gli avanzi che trovano».

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