La grande sfida della Ducati Riportare il mondiale in Italia

La nuova Ducati è pronta per vincere. A Borgo Panigale è il momento di togliere il velo sulla nuova Desmosedici che, dopo i progressi della scorsa stagione, punta ancora più in alto. Ed è anche per questo che è arrivato Jorge Lorenzo, che dopo la lunga militanza in Yamaha ha accettato la corte della Ducati per lanciare la sfida a Rossi e Marquez. «Siamo molto carichi e abbiamo esperienza, talento e fantasia per provarci, per migliorare e rendere la moto sempre più competitiva. Sono qui per essere il migliore», assicura il maiorchino, entusiasta per questa nuova avventura.

«Sono stati due giorni importantissimi per me - confessa lo spagnolo ai microfoni di Sky Sport - Ieri sono stato per la prima volta nella fabbrica Ducati e oggi c’è stata la presentazione del team, sono stato accolto benissimo. Da fuori vedevo una Ducati che migliorava anno dopo anno e l’arrivo di Gigi Dall’Igna è stato fondamentale per me per prendere una decisione difficile e rischiosa - continua riferendosi al suo addio alla Yamaha - Ma se da fuori vedevo una grande squadra e una grande moto, ora da dentro vedo anche grande passione, grande metodicità, un perfezionismo che anch’io condivido».

Già nei test di fine 2016 a Valencia, il maiorchino aveva avuto modo di provare la Desmosedici «e sotto il casco avevo un bel sorriso: il motore è spettacolare, abbiamo un potenziale tremendo. Valencia è una delle piste più difficili per la nostra moto e anche nell’ultimo giorno di test ho provato a dare le indicazioni migliori agli ingegneri. Questa moto ha un potenziale enorme su piste come il Mugello, l’Austria, il Qatar, lì è già pronta per vincere ma in futuro vogliamo creare una moto completa, che sia vincente su tutti i circuiti, solo così potremo puntare a vincere anche più di un Mondiale».

La Ducati ha puntato forte su Lorenzo per fare un ulteriore salto di qualità. «Sono consapevole della responsabilità che ho sulle spalle - replica l’ex Yamaha - ma ho la fortuna di essere qui per passione, non per dovere, e questo è un grande vantaggio. So che la Ducati mi ha preso per fare grandi cose in futuro e dobbiamo avere la filosofia di chi vuole migliorarsi continuamente, solo così faremo grandi cose».
«A Valencia ho capito come si può guidare questa moto - chiosa Lorenzo - ma mi manca ancora molto, devo avere anche l’umiltà di lavorare su me stesso». Carico a mille anche Andrea Dovizioso, ormai un veterano in casa Ducati. «Abbiamo finito la scorsa stagione competitivi con tanto di vittoria e gli ingegneri hanno lavorato tanto. Ma solo i test ci daranno delle risposte. Abbiamo tante idee da provare, da mettere in campo, ma bisogna rimanere calmi, lo scorso anno non siamo partiti veloci ma in Qatar siamo arrivati competitivi - racconta il pilota forlivese ai microfoni di Sky Sport - L’arrivo di Lorenzo? Sono contento, mi devo confrontare con un campione che ha vinto più di un Mondiale in MotoGp, lo conosco dal 2001, ora ci troviamo nella stessa squadra, sulla stessa moto, è una sfida molto interessante, che mi eccita molto».

Le aspettative per la prossima stagione sono alte. «In quattro anni siamo riusciti a tornare competitivi in una MotoGp ad altissimo livello - continua Dovizioso - Siamo ben consapevoli dei pregi e dei difetti della nostra moto, Jorge è andato subito abbastanza veloce nei test di Valencia perchè ha trovato una moto con una base molto buona ma ha riscontrato anche lui certi limiti che non ci permettono di giocarci la vittoria in tutte le gare. Ma questo è utile per lo sviluppo, anche per questo sono contento del suo arrivo. Gli ingegneri hanno migliorato il telaio e altri aspetti ma certe cose vanno messe in campo, nelle moto non sempre uno più uno fa due. Abbiamo nove giorni di prove e speriamo siano sufficienti». Ma l’ottimismo non manca. «Se non avessi la sensazione di potermela giocare non sarei qua, la mia voglia di ottenere risultati non è in dubbio - assicura Dovizioso - Quando arrivi in vetta allo sviluppo è difficile tirare fuori gli ultimi dettagli ma siamo qui per fare l’ultimo step».

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