Letizia Paternoster oro mondiale nel team inseguimento

di Angelo Zambotti

Era attesa. Per alcuni, quasi scontata. E per questo, in un certo senso, ancora più difficile da centrare. Perché si sa che in ogni sport, partire con addosso i riflettori che si riservano ai favoritissimi, può essere anche fastidioso, un peso, un freno. [[{"type":"media","view_mode":"media_preview","fid":"1617546","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"180","style":"float: right;","width":"180"}}]]

Ecco, le azzurrine dell'Inseguimento a squadre ieri hanno messo da parte ogni possibile distrazione legata al record del mondo ottenuto appena 24 ore prima, un 4'23"229 che aveva logicamente issato l'Italia al primissimo posto nella lista dei pronostici ai Mondiali su pista juniores di Montichiari. A trascinare la Nazionale all'ennesimo successo, la nonesa Letizia Paternoster, pronta ad un'altra esaltante campagna trionfale dopo i cinque ori agli Europei di Anadia, in Portogallo. Oggi la 18enne di Revò sarà in gara nell'Omnium, gara che racchiude tutte le specialità della pista, domani nell'Inseguimento individuale, domenica nella Madison con la bergamasca Chiara Consonni. Poker in vista? Può darsi, ma conoscendo la fuoriclasse trentina l'intenzione sarà quello di vivere alla giornata, dando tutto gara dopo gara.

Torniamo all'entusiasmante oro di ieri. L'Italia ha stravinto il round di semifinale con la Francia, pur non premendo a fondo sull'acceleratore. Martina Fidanza, Letizia Paternoster, Chiara Consonni e Vittoria Guazzini hanno chiuso in 4'26"720, con un rassicurante vantaggio di 5"450 sulle transalpine che ha quindi consigliato alle azzurre di conservare energie per la finalissima. Scelta saggia e che ha dato frutti ottimi. Nei 4 chilometri che mettevano in palio la medaglia d'oro, infatti, la Nuova Zelanda non ha mai avuto una benché minima speranza di insidiare lo squadrone del ct Salvoldi, che da par suo ha sfoderato l'ennesima memorabile prestazione, condita da un tempo pazzesco: quasi incredule erano infatti le azzurre al momento di osservare il tabellone monteclarense fermo su un 4'21"554 inimmaginabile per tutti, tranne che per la truppa tricolore che da mesi sta lavorando alacremente, non disdegnando un serio pensiero a lungo termine alle Olimpiadi del 2020. La cavalcata delle affiatatissime ragazze è stata un crescendo di ritmo, armonia e velocità, tanto che negli ultimi giri le avversarie neozelandesi erano nel mirino delle Campionesse del Mondo, che non hanno mai calato l'attenzione consapevoli del fatto che stavano registrando un vero e proprio «tempone».

Intanto, sugli spalti bresciani, i tricolori stavano sempre più sventolando davanti ad un pubblico entusiasta di un gruppo davvero superlativo. Mercoledì sera, l'orobica Martina Fidanza aveva aperto le danze con la medaglia d'oro nello Scratch, ieri è stata la volta del quartetto, con Paternoster e Consonni che hanno bissato la maglia iridata vestita ad Aigle un anno fa, mentre Guazzini e Fidanza hanno sostituito al meglio le classe 1998 Elisa Balsamo e Martina Stefani. E da oggi in poi sarà Letizia Paternoster l'atleta di punta di una Nazionale che sembra pressoché imbattibile. La sensazione è che lo spettacolo sia appena iniziato.

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