Ciclismo, vince Roglic Aru scende dal podio

In una tappa per uomini forti, e soli, da dentro o fuori, nella quale era impossibile bluffare, Fabio Aru è sceso dal podio, passando dal secondo al quarto posto e perdendo 31” (più 4” di abbuono) dalla maglia gialla Chris Froome che, prima della partenza a Le Mure, era lontana solo 18”.

Non è stata una giornata drammatica, per il sardo, ma certo negativa sì. Aru ha resistito finchè ha potuto, ai ripetuti attacchi sulla parte più dura del Col du Galibier, a 5 chilometri dallo scollinamento: Bardet soprattutto, poi anche Froome - che aveva capito come non fosse giornata per il Tamburino sardo - e Uran, che si accodava sempre, lo hanno messo a dura prova, staccandolo una, due, tre volte. Aru ha sempre stretto i denti, ringhiato e tenuto botta, ma ha avuto un cedimento nella discesa dal tetto del Tour. Una discesa in cui contava molto rilanciare e, nel corso della quale, Aru ha visto lievitare il proprio ritardo: dai 15» sulla vetta a 40” in pochi tornanti, salvo poi recuperare qualcosa nel finale.

È una giornata assai complicata, dura, come tante ce ne sono in un Tour così combattuto e incerto, che Froome ha definito come una specie di gioco delle ombre, forse citando Georges Simenon, il padre di Maigret. La tattica, i buoni propositi, oggi fatto spazio alla fatica e alla strada, molta della quale in salita, con vette oltre i 2 mila e l’ossigeno inesistente.

L’uomo del giorno è stato Alberto Contador che ha attaccato sul Col d’Ornon, portandosi dietro Quintana che ha quasi subito mollato, facendo capire di essere lontanissimo dai propri standard, e ha proseguito sulla Croix de Fer come sul Telegraph, duellato con Atapuma e Roglic, che alla fine ha staccato il gruppetto di testa del quale faceva parte e si è involato verso il Galibier, fra due ali di folla, quindi ha affrontato con grandissima abilità la discesa, vincendo meritatamente la tappa.

Alle sue spalle, intanto, si duellava a colpi di spada per la classifica generale, con la maglia gialla di Froome che non è mai apparsa in pericolo. Anzi, il britannico ha seguito qualsiasi attaccante per evitare pericoli e staccare Aru che, alla fine, ha pagato, vedendosi scavalcare pure da Uran e Bardet, quasi da Landa, che oggi per la prima volta è arrivato a 3» dal gruppetto dei migliori.

«Una giornata così può capitare, ma il Tour, questa sfida, si concluderà soltanto domenica», le parole del capitano dell’Astana.

La tappa di oggi - seguita sull’ammiraglia del direttore di corsa anche dal presidente francese Macron, è stata combattuta, ma non ha emesso verdetti definitivi (se non per Kittel e Pinot, che si sono ritirati), ma domani è previsto il primo, vero arrivo in salita. Si partirà da Briancon e si arriverà per la prima volta nella storia del Tour sull’Izoard, dopo 179,5 chilometri, con la Cote des Demoiselles coiffèes (3,9 km al 5,2%), ma soprattutto il Col de Vars (9,3 km al 7,5%), prima dell’interminabile scalata verso l’arrivo, che misura 14,1 km e ha una pendenza media del 7,3%, con lunghi tratti al 10%. Si solcherà un paesaggio lunare e spettrale, per uomini forti e soli.

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