Giro d'Italia, Moser: «È fin troppo duro»

A Milano alla presentazione del Giro d'Italia del centenario c'erano anche tre ex corridori trentini, due dei quali si sono imposti nella prestigiosa corta a tappe: Francesco Moser, vincitore dell'edizione 1984, Gilberto Simoni, che fece suo il Giro nel 2001 e nel 2003, e Alessandro Bertolini, che nel 2008 riuscì ad aggiudicarsi la tappa con arrivo a Cesena. 
Allo «sceriffo» abbiamo chiesto un parere sul Giro del 2017?
«La corsa passerà in quasi tutta Italia ma è un Giro duro, forse anche troppo, con tutte le salite concentrate nel finale. Ne mettono sempre di più: due volte lo Stelvio, il tappone dolomitico, il Grappa, Asiago, Piancavallo nel Friuli, una salita lunga pure quella. Senza dimenticare che prima ci sono l'Etna e il Blockhaus».
Ci sono però anche sei tappe per velocisti.
«Sì, ma ci sono salite anche in queste frazioni».
Quindi in Giro per scalatori puri?
«Bisogna vedere chi vi parteciperà. Oggi a Milano alla presentazione c'erano Aru e Nibali, probabile indizio della loro presenza il prossimo anno. Ma non sappiamo nulla degli stranieri. Questo sarebbe un Giro ideale per Chris Froome».
La tappa trentina con arrivo a Canazei come si inquadra?
«È una delle più lunghe. Dopo aver ridisceso valle di Sole e valle di Non, passeranno anche da Giovo per risalire lungo tutta la valle di Cembra, la valle di Fiemme, la valle di Fassa e arrivare a Canazei. Non dico sia una tappa da volata generale, ma di un bel gruppetto sì. Da Giovo in poi la strada è facile anche se i corridori saranno stanchi per lo Stelvio del giorno prima. Potrebbe andare via una fuga da lontano».
Si tornerà sul Blockhaus, dove lei, nel 1984, riuscì a staccare Fignon.
«Il Giro lo vinsi lì. Quello era il terreno ideale per il francese ma io riuscii a staccarlo. Fu un bel regalo...». 
Dei corridori trentini chi potrebbe far bene?
«Potrebbe esserci Moscon, che quest'anno il Giro non l'ha fatto. Ma ci sono troppe salite per lui. Anche le tappe di mezza montagna, in cui potrebbe fare qualche numero, in realtà sono quelle per velocisti che faranno di tutto per arrivare in volata».
Ma Gianni Moscon , in questi giorni a Manchester per sottoporsi ad alcune visite mediche assieme ai compagni del Team Sky , difficilmente ci sarà: «Non saprei. Di certo farò le classiche di inizio stagione e il Giro viene subito dopo. È più probabile che l'anno prossimo corra la Vuelta».

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