Ciclismo in lutto per Silvano Consolati


La grande famiglia del ciclismo trentino è in lutto. All'età di 72 anni e dopo brevissima malattia (poco più di due mesi) si è spento Silvano Consolati, atleta di primissimo piano in gioventù e poi instancabile dirigente, fra i fondatori della Sc Volano. Originario di paese lagarino, secondo di quattro fratelli (Ezio, Gianni - venuto a mancare 8 anni fa a 51 anni - e Alberto) tutti accomunati da una sconfinata passione per il ciclismo, Silvano è stato quello che ha raccolto i risultati più prestigiosi. I suoi inizi risalgono alla fine degli anni ?50, da esordiente. Al secondo anno da allievo il primo sigillo di valore assoluto: il titolo italiano su strada ad Osimo.

Dilettante l'anno seguente con la Burro Giglio di Mezzocorona, Silvano Consolati si segnalò subito fra le migliori speranze del ciclismo nazionale, conquistando sei vittorie. Corridore completo, dotato di buona tenuta sulle salite di media lunghezza e di uno spunto veloce letale negli arrivi a ranghi ridotti, la stagione seguente Consolati andò a bersaglio quattro volte, meritando la convocazione in Nazionale per le premondiali in Belgio assieme a Dancelli e Gimondi (e scusate se è poco...). A 24 anni il forte corridore lagarino vincitore anche del Trofeo De Gasperi nel 1962, era pronto a spiccare il volo fra i prof ma dopo aver firmato un pre-contratto, la squadra saltò. Fu allora che voltò pagina: si sposò e divenne rappresentante della Ferrero fino alla pensione.

Dirigente sportivo infaticabile, l'anno scorso ha gioito da nonno degli eccellenti risultati del nipote Samuele Zambelli, elemento di punta della Forti e Veloci. Neanche 3 mesi fa una febbriciattola insistente lo ha incanalato nel tunnel della malattia fino alla morte, sopraggiunta ieri, all'ospedale di Trento. Ancora da fissare la data dei funerali.

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