Mancio e Vialli di nuovo insieme Riuniti dalla maglia azzurra

«Ho iniziato, ricopro questo ruolo, questa carica di capodelegazione della Nazionale e sono molto felice che il presidente Gravina me lo abbia chiesto. Sono molto orgoglioso di essere qua anche perchè penso a chi mi ha preceduto: mi viene in mente Gigi Riva».

Gianluca Vialli «debutta» a Coverciano nella sua nuova veste. Per l’ex attaccante «un incarico prestigioso, che mi dà anche l’opportunità di fare una cosa che voglio fare nella vita, cioè supportare e ispirare le persone. È un ruolo che mi permetterà di essere a contatto con dei giovani calciatori, e quindi metto a disposizione la mia esperienza di giocatore, allenatore e dirigente. La considero anche una grande opportunità».

Fortemente voluto dal presidente federale Gravina, Vialli si mette «al servizio della Figc, della Nazionale, di Roberto Mancini, di Lele Oriali. Lavoreremo insieme, sono al servizio dello staff e soprattutto al servizio dei calciatori perchè probabilmente sono quelli che hanno bisogno di più attenzione. La maglia della Nazionale l’ho indossata fra Under 21 e Nazionale A credo più o meno 80 volte, quindi credo di sapere cosa voglia dire indossare questa maglia partendo dalla pressione che c’è, che è frutto delle aspettative che sono sempre grandissime».

«Me ne rendo conto anche io che non gioco che gli occhi sono puntati sui ragazzi, sulla Nazionale, con tutto quello che comporta, lo si è visto anche quando l’Italia non si è qualificata per il Mondiale russo. Ma indossare la maglia azzurra è anche un grande onore, ci permette di regalare ricordi ed emozioni alla gente, di essere persone che possono lasciare un segno non soltanto come uomini ma anche e soprattutto come professionisti. Credo e spero di poter trasmettere questo tipo di sensazioni, ed è un’emozione lavorare con Roberto Mancini e con gli altri membri dello staff con cui abbiamo condiviso tante cose». Al ct lo lega un’amicizia profonda e datata nel tempo.

«Sentivo che oggi in conferenza stampa ha detto che stiamo diventando vecchi, invece secondo me questa è una cosa che ci fa rimanere giovani perché poi sono le stesse emozioni che provavamo quando ci preparavamo prima delle partite e prima di scendere su quello che forse sbagliando ritenevamo un campo di battaglia, il dormire la notte prima sotto lo stesso tetto. È una delle cose che diverta di più, speriamo che vada tutto bene e speriamo di vincere».

E a chi gli ha chiesto se in questa nuova avventura in Nazionale abbia voglia di cancellare il suo ultimo ricordo triste in azzurro, la sconfitta in semifinale ai Mondiali di Italia ‘90’ a Napoli per mano dell’Argentina, Gianluca Vialli ha risposto: «No. Certo, ho due medaglie di bronzo agli Europei dell’88 e ai Mondiali del ‘90, speriamo di migliorare».

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