Oltre la Champions League: progetto Eurolega, la serie A è pronta a scioperare

Sì alle riforme, no alla rivoluzione. Ma se il progetto dell’Eurolega non verrà modificato sostanzialmente, il calcio europeo «è pronto a scioperare». A ventilare il rischio, come ratio estrema di una trattativa che gli oppositori auspicano, è Luigi De Siervo, a.d. della Lega di Serie A, intervenuto a “Radio anch’io sport” per fare il punto sul disegno di riforma radicale delle Coppe europee che sta allarmando mezza Europa, viste le potenziali e rischiose ricadute che ne deriverebbero per i singoli tornei nazionali.

«Nessuno è contrario ai cambiamenti - ha detto De Siervo - ma la riforma pensata non consente di vedere un futuro sereno dei grandi campionati europei, i cui ricavi sarebbero dimezzati e farebbe diventare irrilevanti i nostri campionati, che non farebbero accedere alle coppe europee e diventerebbero poco più importanti di una coppa nazionale. Spero che la riforma possa essere emendata, altrimenti si arriverebbe a uno scontro che farebbe male a tutto il calcio». Il braccio di ferro tra Eca e leghe rischia di trasformarsi in «una battaglia per i soldi, per l’accesso ai grandi ricavi televisivi - ha aggiunto De Siervo - Oggi la Champions ha un fatturato attorno ai tre miliardi, le tre leghe più importanti ne fatturano sei, non è pensabile che la torta cresca».

Di fatto, la nuova formula delle coppe sancirebbe «la nascita della Serie A, della Serie B e della Serie C europea: si abbandona il criterio centrale dei campionati nazionali per individuare queste tre serie che servono non soltanto ai club supericchi, ma anche a coinvolgere le federazioni più piccole, che sono quelle che votano in Uefa.
Sarebbe in danno per il fascino del nostro calcio, della sua imprevedibilità. Qui serve un Machiavelli - ha concluso il manager - per trovare un equilibrio complicato: confido nella ragionevolezza di Ceferin e Agnelli, ma se non fosse dovremo fare fronte comune tra i cinque grandi campionati europei, fino allo sciopero, senza tabù».

L’Uefa cercherà ora di mediare le posizioni che al momento sembrano inconciliabili e una primo banco di prova arriverà già venerdì 17 a Budapest con la riunione dell’European League, alla vigilia della finale di Champions femminile tra Lione e Barcellona, dove Ceferin incontrerà i presidenti e i segretari generali delle singole Federazioni. Un’occasione informale che però servirà a ‘pesarè il dissenso contro il piano Eca circolato negli ultimi giorni e che prevedrebbe tre Coppe, tra cui la Superchampions a 32 squadre. Di quest’ultime, 24 avrebbero la certezza di rigiocare la competizione l’anno successivo a discapito del piazzamento in campionato, come avviene ora.

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