Salvini, sms di pace a Gattuso: «Parlo con cuore da tifoso»

Un sms per provare a chiudere un caso di invasione di campo. «Con Gattuso mi sono messaggiato, gli ho detto che quello che dico lo dico col cuore da tifoso, non voleva essere un attacco al mister», ha raccontato Matteo Salvini, all’indomani del botta e risposta con l’allenatore del Milan, eletto con ironia dal popolo dei social come leader dell’opposizione dopo la replica all’ennesima incursione mediatica del vicepremier, tifoso rossonero ultimamente poco tenero con la “sua” squadra.

Un’inversione di tendenza, perchè il segretario della Lega nove mesi fa paragonava il suo partito proprio al Milan di Gattuso per «passione, grinta, corsa, coraggio». Diventato nel frattempo un cardine del Governo, Salvini un mese fa ha attaccato dopo il derby «perso dalla coppia Donnarumma-Gattuso», poi ha fatto sarcasmo sui social per la scarsa propensione offensiva della squadra, ha definito «indegno» Higuain («Tante chiacchiere su di lui ma sta lavorando con grande serietà», lo ha difeso oggi Gattuso), e infine dopo il pareggio subito in extremis ieri con la Lazio ha contestato la scelta di non fare sostituzioni: «Ci sarei arrivato anche io senza patentino o chi era a casa e stava preparando la pasta al sugo».

Non è il primo allenatore milanista «e non solo, visto l’analogo caso Zoff-Berlusconi del 2000 - bacchettato da un politico, ma Berlusconi era il proprietario e i vari Zaccheroni, Ancelotti, Leonardo, se la sono cavata con diplomazia. Non ha sorriso Gattuso, poco appassionato di politica ma col baricentro elettorale spesso a destra (non ha negato di aver votato per il Cavaliere e di recente per Galliani) e pronto a invitare il ministro a badare ai problemi del Paese.

«Gattuso è il miglior allenatore che il Milan possa avere e io ho parlato da tifoso - ha corretto il tiro in mattinata Salvini, appena sceso dalla ruspa con cui è stata abbattuta una villa dei Casamonica -. Magari con qualche cambio sarebbe però finita in maniera diversa».

In Serie A da quattro anni una squadra non chiudeva senza sostituzioni, il Torino di Ventura, che si è ripetuto in Nazionale (con l’Albania). Di recente lo ha fatto Mourinho (ko contro la Juventus) spiegando di non avere alternative. Gattuso intendeva cambiare Calabria e Borini con Laxalt e Conti, poi il vantaggio lo ha convinto a non rompere l’equilibrio di una squadra decimata dalle assenze e assemblata in emergenza.

L’ingerenza dei tifosi sui temi tattici d’altra parte non è un nervo scoperto solo per Gattuso. «I tifosi si arrabbino pure, ma sappiano, tutti e non solo quelli della Roma, che di calcio capiscono poco: chi deve giocare e come non lo possono dire loro», ha detto Kolarov, terzino serbo della Roma, dopo le contestazioni alla “sua”.

Nell’attesa di capire come Gattuso ha risposto ai messaggi, sulla vicenda puntano anche i bookmakers stranieri: per Agimeg la crisi di governo nel 2019 è più probabile dell’esonero dell’allenatore.

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