Gattuso, altro flop Atalanta alla grande

Gattuso non sognava certo una sconfitta nel suo esordio europeo come allenatore del Milan. Dopo il pari-beffa in campionato con il Benevento, un altro flop in una prima settimana da incubo, questa volta in Europa League: rossoneri clamorosamente battuti dal Rijeka 2-0 per le reti di Puljic (7') e Gavranovic (47').
Risultato che brucia, che condanna il Milan alla prima sconfitta in Europa League dopo 18 gare (l'ultima risaliva addirittura all'aprile 2002, 0-4 contro il Borussia Dortmund) ma che cambia poco o nulla nel percorso rossonero: la qualificazione ai sedicesimi, con tanto di primo posto, se l'era già assicurata Montella con un turno di anticipo. «Fa male - ringhia Gattuso -, fa riflettere. Abbiamo fatto una figuraccia. Il responsabile sono io, la scelta di mettere questa squadra in campo è stata mia ma la rifarei. Siamo troppo fragili, diamo la sensazione, alla prima difficoltà, di non riuscire a reagire. Quando prendiamo una legnata nei denti ho la sensazione che non ci riprendiamo più. Dobbiamo migliorare e in fretta».
Il tecnico del Milan, che non usa le vicende societarie come alibi per una prestazione scialba («non ci riguardano, non credo ci siano»), boccia Andrè Silva («sembrava un corpo estraneo dentro al campo, deve fare di più con la maglia del Milan»), taglia corto e parla di crisi: «Abbiamo tanti di quei problemi all'interno della squadra... Sarebbe facile dire che la testa è rimasta a Benevento ma non può essere così. Mi aspettavo di più, ho visto l'impegno e la voglia di aiutarsi, ma non basta tutto questo. Domenica la partita contro il Bologna è fondamentale, non possiamo sbagliarla».
Tutt'altro clima, invece, in casa dell'Atalanta. La Dea d'Europa non tradisce mai: l'Atalanta si toglie anche la soddisfazione di battere il Lione e chiudere il girone al primo posto. Non esattamente un dettaglio, dal momento che ai sedicesimi di Europa League Gasperini eviterà pericolosi incroci con le big scivolate dalla Champions. Sul neutro di Reggio Emilia, ormai amuleto nerazzurro, è un tocco fortunoso dopo 10' di Petagna a indirizzare l'Atalanta, già qualificata così come la formazione francese, in vetta con 14 punti in 6 partite. Applausi per Gomez e compagni, che soffre solo nel finale (palo di Fekir) ma riesce a difendersi senza fare barricate.
Se qualcuno pensa che Atalanta e Lione giochino al risparmio perché poco interessate al primo posto viene immediatamente smentito: nei primi 5' una clamorosa occasione per parte, con Berisha in versione Superman su Mariano Diaz e Lopes graziato da Cristante, che sbaglia un rigore di testa sull'assist di Gomez, in campo nel tridente con Petagna e Ilicic nonostante una caviglia malmessa. I 15mila del Mapei Stadium, che ancora una volta sembra il Comunale di Bergamo, non dovranno tardare molto per esultare: Spinazzola fa fuori Marcelo e crossa per Hateboer, che schiaccia il destro al volo che, complice l'indecisione di Lopes, si trasforma in un assist involontario per Petagna che la mette dentro tra testa e spalla vincendo il contrasto sulla linea di porta con Diakhaby.
Dea avanti e al Lione servirebbero due gol per il sorpasso in classifica. In realtà per Berisha c'è poco lavoro almeno fino all'intervallo: sul taccuino appena un tiraccio di Fekir e l'infortunio di Cornet (dentro il classe 2001 Geubbels).
Anche la punizione di Fekir che apre la ripresa è in realtà un assist agli infreddoliti sostenitori nerazzurri in curva.
L'Atalanta va a folate, appoggiandosi soprattutto sulla fascia sinistra, dove imperversano Gomez e Spinazzola, tra i migliori come Ilicic, che ingrana la quinta e spara un sinistro violento ma impreciso (65'). Forcing finale del Lione, ma l'Atalanta regge anche con un pizzico di fortuna (che palo Fekir su punizione!) e resta imbattuta con 4 vittorie e 2 pareggi in un girone sulla carta impossibile. Partono i fuochi d'artificio: il minimo, per chi sta facendo la storia.
Infine, in Belgio sconfitta nel finale per la Lazio che comunque non pregiudica il primo posto finale nel girone K.

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