Milan, bilanci da verificare L'Uefa vuole vederci chiaro

La Uefa vuole vederci chiaro sul Milan, e in particolare sul suo proprietario cinese, prima di pronunciarsi sulla richiesta di voluntary agreement. A pochi giorni dalla pubblicazione dell’inchiesta del New York Times che ha gettato nuove ombre sul patrimonio effettivo di Li Yonghong, il club ha ricevuto dal governo europeo del calcio la richiesta di nuovi approfondimenti, perchè evidentemente non è bastato quanto illustrato dall’ad Marco Fassone nell’udienza di due settimane fa a Nyon davanti al Financial Body.

Nessun club ha mai percorso la strada del patto che deroga al fair play finanziario e mette al riparo da sanzioni legate al rosso di bilancio dell’ultimo triennio. Anche perché inedita, è ancora più delicata la decisione della Uefa, attesa entro Natale. Il business plan quadriennale per raggiungere il bilancio da solo non basta. È cruciale anche la continuità aziendale, e non a caso il Milan sta cercando di rifinanziare con il fondo statunitense Highbridge, fino al 2022, il debito contratto con un altro fondo Usa, Elliott, in scadenza nell’ottobre 2018. E non aiuta certo la ricostruzione del New York Times, secondo cui il principale patrimonio dichiarato da Li Yonghong, «la più grande miniera di fosforo cinese» secondo il curriculum distribuito dal Milan, è passata sotto il controllo di quattro diversi personaggi nell’ultimo anno, due volte a costo zero.

Difficilmente l’articolo è passato inosservato negli uffici di Highbridge o in quelli della Uefa, e nel frattempo da Li Yonghong non sono finora arrivate smentite. Non è dato sapere quali approfondimenti abbiano richiesto nello specifico i commissari del Financial Body. Di sicuro all’interno degli ambienti rossoneri in questi giorni non c’è lo stesso «tiepido ottimismo» di cui aveva parlato Fassone giovedì, alla vigilia della pubblicazione dell’inchiesta.

Esplicita è invece la sorpresa espressa dal Milan di fronte a un altro articolo, quello di Marca, quotidiano spagnolo di Madrid, secondo cui la squadra rischierebbe addirittura l’esclusione dalle coppe europee. Questo è in realtà il provvedimento più severo (dopo sanzioni economiche e limitazioni della rosa) per i club che devono ricorrere al settlement agreement, l’accordo transattivo a cui dovrebbe sottostare il Milan - con scarso potere di trattativa - se dovesse saltare il voluntary agreement.

Più semplice si annuncia l’esame in Europa League di giovedì. Contro l’Austria Vienna la squadra di Vincenzo Montella deve mettere al sicuro la qualificazione ai sedicesimi di finale con una giornata d’anticipo. Potrebbe tornare titolare Patrik Cutrone, che intanto ieri ha offerto ai compagni la cena di squadra organizzata per fare gruppo.

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